Sciopero dell'8 marzo: la Cgil Funzione pubblica accanto alle donne
Le motivazioni della Funzione pubblica Cgil e Flc Cgil: "Ribadiamo la necessita di ribadire la nostra partecipazione alla lotta delle donne"
Una giornata di sciopero regionale è stata proclamata dalla Funzione pubblica Cgil e dalla Flc Cgil. Uno sciopero in occasione dell'8 marzo anche per sostenere lo sciopero globale delle donne che coinvolge in contemporanea circa 50 Paesi nel mondo.
"Oggi più che mai - scrive il sindacato in una nota - è sentita la necessita di ribadire la nostra partecipazione alla lotta delle donne per avere pari diritti e pari opportunità in una società in cui le discriminazioni e il tentativo di far arretrare i diritti delle donne e delle persone sono, purtroppo, all’ordine del giorno. Contrastiamo l’arretramento sulle attuali politiche familiari e di genere. Vogliamo condannare Il continuo attacco ai diritti delle donne portato avanti da questo Governo e siamo contro il vergognoso DdL “Pillon”, che appoggia esponenti del mondo anti-abortista e dei Family Day, il silenzio assordante del Governo sui casi di femminicidio, tranne per le campagne strumentali messe in piedi solo quando funzionali a campagne xenofobe"
"Sul territorio, in nome della crisi si assiste a continui tagli dei servizi - continua il sindacato - continuano a mancare gli asili nido; il pagamento delle mense, non è più sostenibile per un numero sempre crescente di famiglie, è messa in discussione la frequenza dei bambini della scuola dell’infanzia e del tempo pieno nella scuola primaria. Il lavoro di cura rimane prepotentemente sulle spalle delle donne, ostacolandone la piena realizzazione professionale e sociale. Continuano ad esserci discriminazioni sui luoghi di lavoro, disparità di accesso alla carriera e disparità di retribuzione. Manca una vera rete dei consultori e dei centri antiviolenza. La piena applicazione della legge 194, complice anche l’esercizio dell’obiezione di coscienza del personale sanitario, è ancora un miraggio".
Si chiede inoltre un servizio sanitario che garantisca alle donne il diritto di scelta e di cura e che dia modo di esercitare la piena cittadinanza. Riveste poi un ruolo centrale e strategico la formazione: "Dall’asilo nido all’università - prosegue la Cgil - l’educazione alle differenze deve essere una pratica diffusa che superi la cultura formale delle pari opportunità. Obiettivo della Scuola Pubblica e di tutto il settore della Conoscenza è far emergere le criticità e le relazioni di potere che si instaurano attraverso gli stereotipi maschili e femminili e che spesso sfociano nella violenza, fisica e psichica, di genere".