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Cronaca

Degrado, sgomberi e lotta ai poveri: “Le discutibili scelte del Comune”

A parlare è Sergio Sciaudone (Partito Comunista) che contesta le politiche del Comune: “Dall’inizio dell’anno una decina di sgomberi”. Poi l’appello al Vescovo: “Apra le porte della Curia a chi ha bisogno di un tetto”

Se c’è una cosa che funziona a Latina è la lotta ai poveri: siamo all’accanimento”. A parlare è Sergio Sciaudone del Partito Comunista, che in una lunga nota analizza, non senza alcuna critica, la politica assunta dall’amministrazione che, attraverso la polizia municipale dall’inizio dell’anno ha eseguito una decina di sgombri, “in difesa del decoro, contro il degrado”.

“E in nome della lotta contro il degrado si buttano giù le baracche di disperati che non avendo lavoro si devono arrangiare come possono e che magari si prendono anche una denuncia per abusivismo edilizio, certo i poveretti non sapevano che se volevano fare un abuso edilizio, senza che nessuno gli buttasse giù nulla, dovevano entrare prima in politica e magari diventare consiglieri comunali e, perché no, anche provinciali” commenta, con un velo di sarcastica ironia Sciaudone.

Ma è più facile prendersela con i poveri, con gente che per sopravvivere è costretta ad elemosinare o ad altri espedienti magari oltre la legalità - prosegue -. A Latina l’emergenza abitativa si affronta con gli sgombri, il caso di via Respighi ne è un esempio, e quello della povertà  alla stessa maniera o con gli allontanamenti e i rimpatri, quando è possibile. Ma dove pensano che vadano le persone sbaraccate? Due giorni e le baracche risorgono forse da un’altra parte, forse ancora nello stesso posto eletto ormai a casa. Forse il comandante dei vigili urbani dovrebbe richiedere alla maggioranza, prima che se ne vada, di fare un’ordinanza in cui si vieta ai poveri di sostare sul territorio cittadino.

Eppure - continua ancora - ci vorrebbe così poco per difendere il decoro della città, basterebbe sgombrare il Consiglio comunale: davvero un cattivo esempio per i giovani. Un Consiglio comunale bloccato da beghe di partito e guerre interne a quella che era una maggioranza e con una opposizione incapace di incidere e che in quanto a guerre interne, vedi la sfiducia dell’ex capogruppo in Consiglio, nulla ha da invidiare al centrodestra”.

Da qui l’appello di Sciaudnone: “E allora rilanciamo l’appello, non accolto, che già facemmo qualche anno fa: che il vescovo apra le porte del mega palazzo della Curia ed accolga chi ha bisogno di un tetto, d’altronde non diciamo nulla di rivoluzionario viste le posizioni di Papa Bergoglio".

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