Sotto chiave assegni postdatati: nuovo sequestro per ex narcotrafficante
Circa un anno fa la polizia gli aveva sequestrato ad Aprilia beni per circa 2 milioni e mezzo di euro tra immobili, auto, conti correnti, libretti postali, imprese e quote societarie. Ora sotto chiave assegni postdatati per 470mila euro
Altro sequestro della polizia nei confronti di un noto narcotrafficante di Aprilia di 60 anni: lo scorso hanno i sigilli erano scattati a beni per circa 2 milioni e mezzo di eruo e nei giorni scorsi sotto chiave sono finiti assegni assegni bancari postdatati per un valore di 470mila euro emessi da un socio della “Iniziativa Aprilia srl” a favore del figlio di Enrico Paniccia, legato da sempre agli ambienti della droga.
Gli assegni, come spiegano dalla Questura, erano stati elargiti come corrispettivo della cessione del 50 % dell’azienda già sequestrata in passato, nel cui complesso societario figurano 4 terreni edificabili con concessione per la costruzione di un centro commerciale mai realizzato.
“Il sequestro di questi giorni è maturato nel corso della gestione ordinaria, dell’asse immobiliare e societario sequestrato l’anno scorso al nucleo familiare del Paniccia curata dall’amministratore giudiziario”.
IL PERSONAGGIO - Il 60enne è un volto noto delle cronache locali, e non solo; negli anni 90 fu arrestato dalla Criminalpol di Roma per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione denominata “Tridente”. “La pericolosissima organizzazione criminale - spiega la polizia - che aveva l’esclusiva del traffico di stupefacenti sull’intero litorale romano e pontino si vide infliggere un duro colpo, infatti vennero messe le manette a circa una ventina di persone”. Il gruppo che la costituiva fu considerato il nucleo storico dell’associazione malavitosa che in passato faceva capo al noto boss Frank Coppola. Dopo gli arresti, nel prosieguo delle indagini, gli investigatori rinvenirono, sotterrato nel terreno della villa del 60enne 15 chili di cocaina per un valore stimato di circa dieci miliardi di vecchie lire.
“Il Tribunale ha ritenuto che le utilità su menzionate, per un valore complessivo di 470 mila euro, costituiscano, al pari di tutti gli altri beni, “provento o reimpiego di attività delittuose”,confermando tutte le argomentazioni già illustrate nel provvedimento ablativo emesso proprio un anno fa”.
IL SEQUESTRO DEL 2013 - Nel 2013 all’uomo vennero sequestrati beni per circa 2,5 milioni di euro, (8 immobili, 2 autovetture, 9 conti correnti, 3 libretti postali, 2 imprese individuali, 2 quote societarie) "su un’ipotesi investigativa dal quale emerge che gli “averi” di Paniccia e dei suoi familiari conviventi sono da considerarsi frutto di un accumulo illecito anche perché tutte le disponibilità appaiono indiziariamente sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati dal nucleo familiare e per questo motivi i giudici ritengono che possano essere il risultato di attività illecite ovvero ne costituiscano il reimpiego”.
LA CONFISCA - Ora, dopo quest’ulteriore sequestro, l’ultimo tassello sarà la discussione finale della misura di prevenzione patrimoniale da cui potrebbe seguire la definitiva confisca del patrimonio del 60enne.