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Cronaca Gaeta

Tentata truffa aggravata e falso: la Guardia Costiera di Gaeta sequestra un’imbarcazione

Nella serata di ieri completata l'operazione di sequestro probatorio dell'unità da diporto del valore di oltre 15.000 euro; il provvedimento emesso nei confronti di un uomo di 36 anni di Caserta al termine di mirate indagini

Sequestrata un’imbarcazione a Gaeta. L’operazione, che si è conclusa nella serata di ieri, è della Guardia Costiera che ha dato esecuzione al provvedimento della misura cautelare del sequestro probatorio di una unità da diporto del valore di oltre 15.000 euro e dei relativi documenti di bordo emesso dalla Procura di Cassino.

Il provvedimento, nei confronti di un uomo di Caserta di 36 anni, è giunto al termine delle articolate attività di indagine svolte dai militari nel corso degli ultimi mesi. 

Indagini che hanno permesso di accertare come l’indagato, al comando della propria unità da diporto – entrobordo di 7,50 mt - fermato durante le attività di controllo, predisposte per vigilare sul corretto svolgimento delle attività nautiche, spiegano dalla Guardia Costiera, “conduceva la stessa senza aver ottenuto il previsto titolo abilitativo della patente nautica: necessaria in relazione alla potenza del motore installato a bordo dell’unità”. 

Al 36enne è stata elevata una sanzione di circa 3mila euro per guida senza patente, in violazione della normativa del codice della nautica da diporto. Non è però finita qui. Come ricostruiscono ancora dalla Capitaneria di Porto di Gaeta, l’uomo ha successivamente chiesto “l’archiviazione della sanzione fornendo alla Guardia Costiera di Gaeta una documentazione attestante una potenza del motore inferiore rispetto a quella accertata durante i controlli e per la quale non è richiesto il conseguimento della patente nautica, ma le attività di indagini e riscontri svolte dai militari della Guardia Costiera di Gaeta permettevano di accertare come la documentazione amministrativa presentata, a sua difesa, fosse stata artatamente contraffatta”. 

Artificio, quest’ultimo, che come è stato poi accertato dai militari, era stato utilizzato dal 36enne anche per “falsificare il permesso di sosta in porto, nel vano tentativo di raggirare i militari che gli avevano elevato più sanzioni amministrative per sosta non consentita in ambito portuale”.

L’ipotesi di reato formulate a carico dell’indagato dalla competente Autorità Giudiziaria sono di tentativo di truffa aggravata e di falso commesso da privato in atto pubblico.

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