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Cronaca

Riciclava denaro per la criminalità, sequestrati anche in terra pontina

Beni per 26 milioni di euro sono stati confiscati dalla finanza agli eredi di un imprenditore romano deceduto nel 2006. Sequestrati anche unità immobiliari a Sabaudia e terreni a Latina

Arriva anche nella provincia di Latina l’operazione della guardia di finanza del comando provinciale di Roma che questa mattina ha confiscato beni mobili e immobili per un valore complessivo di 26 milioni di euro nei confronti degli Danilo Sbarra, un noto imprenditore romano scomparso nel 2006 e già condannato per i reati di usura e riciclaggio.

Dalle indagini è emerso che l'imprenditore aveva il ruolo di riciclatore di denaro sporco per conto di noti gruppi criminali come la Banda della Magliana e la Banda della Marranella ma anche di esponenti di spicco di Cosa Nostra e della Nuova Famiglia di matrice camorrista.

Durante l’operazione le fiamme gialle hanno confiscato due terreni e sette unità immobiliari a Sabaudia, un terreno a Latina, insieme a 47 unità immobiliari a Vieste, in provincia di Foggia, a cinque auto di lusso e quote di sette società che operano nel Lazio oltre a vari conti correnti per un valore complessivo di oltre 26 milioni di euro.

Ad ereditare i beni di Sbarra erano stati la compagna Roberta Coli e i figli Odoardo, Paolo ed Eva. Altre tre persone gestivano le società immobiliari.

Per circa 30 anni l'imprenditore romano avrebbe avuto relazioni con associazioni criminali dedite soprattutto all'usura, alla bancarotta fraudolenta ed al traffico internazionale di stupefacenti. La sua ascesa economica, secondo le indagini, sarebbe stata legata al suo ruolo di riciclatore, non solo per conto di noti gruppi criminali operanti nella Capitale, quali la "Banda della Magliana" e la "Banda della Marranella", ma anche di esponenti di spicco di "Cosa Nostra" siciliana e della "Nuova Famiglia" di matrice camorrista.

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