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Cronaca Ventotene

Ventotene: depuratore sequestrato dalla guardia costiera sull’isola pontina

L'operazione è scattata nella giornata di ieri; dagli accertamenti condotti "sono state riscontrate immissioni irregolari di acque parzialmente depurate in mare a danno dell'ecosistema marino"

Depuratore sequestrato sull’isola di Ventotene. L’operazione della locale guardia costiera è scattata nella giornata di ieri nell’ambito dell’attività per il contrasto ai reati di natura ambientale

I sigilli posti dai militari, su disposizione della Procura della Repubblica di Cassino, arrivano al termine di una complessa attività d’indagine sul funzionamento e la corretta gestione del depuratore comunale.

Una situazione già monitorata da tempo, spiegano dalla guardia costiera, e che “ha richiesto particolare attenzione investigativa anche in ragione del pregio ambientale della zona dovuto alla presenza dell’Area Marina protetta di Ventotene e Santo Stefano”.

Il controllo della struttura pubblica destinata a raccogliere i reflui di scarico di civili abitazioni ed attività produttive ha preso avvio da indagini della guardia costiera di Ventotene e da esposti che chiedevano di far luce sul funzionamento del depuratore comunale. A questa iniziale attività, ha fatto seguito la delega della Procura di Cassino che ha consentito ai militari di approfondire le attività di indagine. 

Attività che è stata supportata con i prelievi eseguiti congiuntamente al personale di Arpa Lazio, nel corso della scorsa primavera.

Dagli accertamenti posti in essere e dalle analisi compiute, spiegano dalla guardia costiera, “sono state riscontrate immissioni irregolari di acque parzialmente depurate in mare a danno dell’ecosistema marino. Le analisi di laboratorio svolte dall’Arpa Lazio hanno registrato il superamento dei valori tabellari previsti e riportati dal decreto legislativo n° 152/2006”.

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Da qui il sequestro preventivo del depuratore per “l’immissione in mare di acque non opportunamente depurate secondo le normative di carattere ambientale”. Il sequestro dei militari ha comunque lasciato la facoltà d’uso per consentire al gestore l’avvio immediato delle procedure finalizzate  a ripristinare tutte le condizioni di sicurezza ambientale previste dalla legge.

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