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Gli interventi / Sermoneta

Recoma, la provincia piange i suoi morti. I sindacati chiedono un incontro al prefetto

Il 17 marzo, a Sermoneta, l'esplosione che ha causato la morte di due operai e il ferimento di un terzo dipendente. Cgil, Cisl e Uil: "Le autorità competenti assumano un ruolo più attivo"

Il cordoglio dei sindaci, della comunità e anche del presidente della Regione Lazio per la tragedia sul lavoro che ha portato alla morte dei due giovani operai della Recoma, Daniel Martini e Vadym Kachuryn. "Esprimo, a nome della Regione Lazio, il più sincero cordoglio alle famiglie delle vittime dell'incidente verificatosi in un'azienda a Sermoneta - ha dichiarato il presidente Francesco Rocca, a poche ore dall'esplosione avvenuta nella ditta - La sicurezza sul lavoro è una priorità di questo governo regionale. Lavoreremo per far sì che non si leggano più notizie come questa".

"La tragedia presso l'azienda Recoma nell'area industriale di Sermoneta ci sconvolge - ha detto anche la sindaca di Sermoneta Giuseppina Giovannoli - Mi stringo, a nome dell'intera amministrazione comunale, alle famiglie delle due giovani vittime, due ragazzi che erano impegnati nelle loro mansioni lavorative al momento dell'incidente. Le forze dell'ordine e l'autorità giudiziaria sono al lavoro per fare chiarezza sull'accaduto. Solo 24 ore fa un'altra morte sul lavoro a Cisterna, in cui ha perso la vita un altro ragazzo. Due giorni davvero terribili". "Non si può morire così nel 2023. La nostra comunità piange un suo figlio. Ciao Daniel", ha aggiunto anche Andrea Dell'Omo, primo cittadino di Norma, il comune in cui era residente Daniel Martini.

E ora sull'ennesimo incidente sul lavoro intervengono anche i sindacati, che chiedono un incontro al prefetto di Latina Maurizio Falco. "È con profondo dolore che apprendiamo della tragedia avvenuta alla Recoma, che ha portato alla perdita di due vite umane a causa dell'esplosione di una bombola. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, ai loro amici e colleghi, che stanno vivendo un momento di grande dolore - scrivono Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta a firma dei segretari Giuseppe Massafra, Roberto Cecere e Luigi Garullo - Purtroppo è l’ennesima tragedia, la seconda in due giorni: un ragazzo di 26 anni ha perso la vita in un'azienda di Cisterna investito da un trattore. E siamo qui a ricordare, a ribadire con fermezza, ancora una volta, che garantire condizioni di sicurezza sul lavoro deve essere imprescindibile. Non possiamo permettere che simili eventi accadano. Non più. Basterebbe rispettare la legge, le normative, il ruolo dei Rappresentanti aziendali della Sicurezza; pochi semplici concetti, che se applicati ci aiuterebbero certamente a prevenire queste tragedie: investire in misure di sicurezza e formazione, controlli e precise procedure per la valutazione e la gestione di sostanze potenzialmente pericolose. Solo quando tali iniziative saranno effettivamente messe in atto, potremo evitare simili tragedie sul posto di lavoro. E in tali circostanze il ruolo delle istituzioni è fondamentale. È necessario che le autorità competenti assumano un ruolo più attivo. Il sindacato ribadisce la necessità che tutti i responsabili siano chiamati a rispondere di eventuali violazioni delle normative in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro - si legge ancora nel comunicato - Non può essere accettata alcuna forma di lassismo o di sottovalutazione dei rischi. Invieremo immediatamente una richiesta formale di incontro al prefetto di Latina”. 

Sul caso interviene anche il sindacato Failc Confail, per voce del segretario Gianni Chiarato: "Gli ennesimi, intollerabili, incidenti sul lavoro che  si sono verificati nel nostro territorio e che scuotono emotivamente tutti noi, vista la grande popolarità di questi tre nostri conterranei, riporta  alla mente ed alle coscienze che i temi sulla sicurezza personale e sul lavoro vanno affrontati e sviluppati in modo del tutto rinnovato. Bisogna inquadrare la problematica seguendo una nuova prospettiva , in modo drastico  e avendo come riferimento il monito che il costo del superamento delle condizioni generate da pandemia , guerra ed esigenze ambientali non  debbono pagarli i lavoratori e le classi sociali più deboli. Ed io credo che quella che abbiamo indicato e che è in corso di valutazione presso il Senato della Repubblica Italiana sia la strada da percorrere. Non possiamo continuare a piangere morti e feriti come se fosse una guerra mentre si tratta di lavoro, l’attività che rende dignità all’esistenza umana e che è uno dei tre capisaldi  sui quali si fonda la nostra costituzione. La materia e l’apprendimento dei temi sulla sicurezza deve essere patrimonio che viene acquisito nelle scuole del nostro stato , patrimonio disponibile ed a accessibile a tutti  gli studenti, studentesse della nazione italiana. Non basta affidarsi a corsi di formazione, ci vuole una consapevolezza maggiore, una padronanza che si può ottenere solo con lo studio per la tutela e garanzia  della persona, in qualunque tipo di azione e ruolo  essa si trovi o si possa trovare. Il nostro suggerimento è stato accolto ed è iniziato un percorso che però deve coinvolgere  tutti gli stakeholders  non solo del settore lavoro, ma di ogni formazione riservata a studenti e lavoratori.
Resta forte e commossa la nostra partecipazione al cordoglio verso le famiglie di queste tre persone, decedute mentre svolgevano quello che rende libero e degno  ogni uomo, ogni donna e che non deve più rappresentare un rischio ed una minaccia per la loro stessa vita".
 

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