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Cronaca Sezze

Acqua inquinata a Sezze, chiesto un consiglio straordinario

Da mesi è in vigore il divieto di non utilizzo della risorsa idrica in centro e a Suso: il comitato Acqua pubblica invita l'amministrazione ad affrontare il problema nell'assise cittadina

Il Comitato acqua bene comune di Sezze chiede la convocazione di un consiglio comunale straordinario sulla questione della salubrità dell’acqua. Il gruppo civico torna a porre sul tavolo della discussione pubblica la questione della non potabilità della risorsa idrica dopo le ordinanze emesse dal sindaco Andrea Campoli il 5 luglio, il 23 ottobre e il 13 novembre, che hanno reso non utilizzabile l’acqua corrente in gran parte del territorio comunale (Valle di Suso e centro storico) a causa della presenza di batteri escherichia coli nei campioni esaminati dalla Asl. Ma il comitato chiede anche di affrontare il tema dell’arsenico, la cui presenza oltre soglia nell’acqua setina era stata riscontrata nel 2011, prima degli ultimi interventi realizzati da Acqualatina per la dearsenizzazione.

I cittadini di Sezze devono fare i conti ormai da mesi con l’impossibilità di non poter utilizzare l’acqua per uso potabile - ma non c’è pericolo se viene bollita - dopo che le analisi condotte della Asl di Latina avevano riscontrato la presenza di batteri nei campioni prelevati nei fontanili della zona degli Zoccolanti (a luglio), di via Scopiccio (a ottobre) e di porta Pascibella (a novembre).

Da allora più nessuna notizia è sopraggiunta sulla situazione della salubrità dell’acqua e sono quindi rimaste in vigore le ordinanze sindacali emesse. Nulla di certo si conosce nemmeno sul fronte delle cause che hanno portato all’inquinamento delle fonti idriche, anche se la stessa amministrazione aveva fatto capire che la colpa era da imputare alla Dondi, che non avrebbe provveduto all’aggiunta della normale quantità di cloro negli impianti d’acquedotto per la disinfezione del flusso idrico.

Il Comitato acqua bene comune ha più volte espresso la propria perplessità sulla mancata comunicazione dell’ordinanza di divieto d’utilizzo dell’acqua nelle zone interessate: un compito che sarebbe toccato alla stessa Dondi, ma che non è stato affatto assolto, vista l’assenza di avvisi pubblici nell’aree colpite dall’ordinanza di non potabilità dell’acqua.

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