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Cronaca

Sospeso il neurochirurgo dell’ospedale Goretti: la decisione del Gip

Il provvedimento dispone l’allontanamento dall’attività lavorativa del primario facente funzioni per 12 mesi. Le indagini dei Nas: truffa e abuso di ufficio tra le ipotesi di reato

Sospeso il neurochirurgo dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Questa la decisione del Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario nei confronti del primario facente funzioni per il quale è stato disposto l’allontanamento dall’attività lavorativa per un periodo di 12 mesi, “al fine di impedire eventuali ingerenze nelle indagini o inquinamento delle fonti di prova”.

Il provvedimento cautelare personale della “sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio” è stato notificato al neurochirurgo Carmine Franco dai carabinieri del Nas di Latina che hanno condotto l'articolata attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore Valerio De Luca. Indagini che sono iniziate nel febbraio del 2017 e che grazie anche al ricorso ad attività tecniche di intercettazione audio/video, hanno fatto emergere, spiegano i carabinieri del Nas, “molteplici condotte illecite di natura penale, compatibili con le ipotesi di reato di peculato, truffa, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio, che hanno riguardato, in primis, l’attività medica che il professionista svolgeva, in modo illecito, presso il Reparto di Neurochirurgia e presso altre strutture sanitarie private”.

Nello specifico, secondo quanto emerso dagli accertamenti dei militari, in violazione del contratto di esclusività che lo vincolava alla Asl di Latina (per il quale percepiva un incremento stipendiale), il medico avrebbe effettuato visite specialistiche ed interventi presso studi medici privati (ad Aprilia, San Felice Circeo e Nettuno). 

Sotto la lente degli investigatori, inoltre, è finito anche “l’utilizzo irregolare e utilitaristico della struttura pubblica da parte del sanitario. La sua preferenza all’esercizio dell’attività operatoria libero professionale intramoenia (da cui discendeva un evidente vantaggio economico) - spiegano ancora i carabinieri - è finita per andare a discapito dei pazienti inseriti nella pubblica lista di attesa ovvero di quelli ricoverati in reparto, la cui dimissione in tempi brevi poteva anche servire per far posto ai pazienti privati del sanitario”.

L’attenzione dei Nas si è concentrata poi, anche su un concorso pubblico per titoli ed esami indetto dalla Asl (finalizzato alla formazione di una graduatoria di Dirigenti Medici a tempo determinato nella Disciplina di Neurochirurgia), per il quale il neurochirurgo figurava come componente della commissione: secondo quanto accertato, avrebbe “pianificato e poi attuato, unitamente a tre dei suoi collaboratori medici neurochirurghi, già in servizio presso lo stesso reparto, una particolare strategia finalizzata a favorirli nelle fasi concorsuali per la formazione della graduatoria finale, naturalmente a detrimento di altri concorrenti. In particolare, ha assunto significativo rilievo il fatto che il sanitario sia arrivato a fornire anticipatamente ai propri collaboratori le domande a cui i tre, nelle successive prove da sostenere, avrebbero dovuto rispondere”.

Proseguono intanto le indagini dei carabinieri del Nas. 

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