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Cronaca

Cocaina spacciata tra Sezze e Latina anche a professionisti: 24 arresti

L'indagine che ha portato alle 24 ordinanze avviata in seguito al duplice omicidio di Alessandro Radicioli e Tiziano Marchionne uccisi il 29 ottobre in una stazione di servizio di Sezze Scalo. Irreperibili in quattro

Sono 24 gli arresti nell’ambito dell'operazione denominata "Arco" contro il traffico di droga scattata questa mattina all’alba da parte dei carabinieri del comando provinciale di Latina. 

Le indagini erano state avviate all’indomani del duplice omicidio del 29 ottobre 2012 presso la stazione di servizio Eni di Sezze quando vennero uccisi Alessandro Radicioli e Tiziano Marchionne - all’epoca furono arrestati Enrico, Maurizio e Stefano Botticelli per i quali è tutt'ora in corso il processo -. Il nome dell'operazione si riferiesce proprio a tale contesto, per indicare il delitto che si è consumato agli Archi di San Lidano a Sezze scalo.

Le ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei 24 indagati considerati responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sono state emesse dal gip del tribunale di Latina Nicola Iansiti, su richiesta del sostituto procuratore Gregorio Capasso; l’operazione dei carabinieri del comando provinciale, a lavoro insieme alle unità cinofile e di un elicottero del nucleo di Pratica di Mare.

Tanti gli indagati nel corso dell'inchiesta, 66 in tutto, ma solo per 24 di questi è stata accolta la  richiesta di misura restrittiva. Partendo dal movente dell'omicidio, debiti non corrisposti per un giro di droga, gli inquirenti sono arrivati a individuare una squadra di corrieri, che avrebbero rifornito un mercato abbastanza vasto e variegato, che comprende anche molti professionisti affermati del capoluogo e tanti insospettabili.

TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI

Come referente per il rifornimento di cocaina avrebbero avuto un grosso trafficate in Sardegna: poi la droga sarebbe stata spacciata, anche in piccole quantità nel territorio di Latina, Sezze, Pontinia, Priverno. Una domanda forte da parte dei consumatori, a cui gli indagati avrebbero dato una risposta altrettanto esauriente, adottando il "principio della formica", come hanno spiegato questa mattina gli inquirenti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nell'aula Borsellino della Procura, che si riferisce a tanti piccoli quantitativi per tanti soggetti.

"In questo modo, ha spiegato il colonnello Giovanni De Chiara - si riduce anche il danno delle conseguenze a cui si va incontro con un eventuale fermo". A loro si sarebbero rivolti anche per rifornirsi in occasione di feste organizzate, anche semplici compleanni.

Un'indagine particolarmente complessa, fatta di intercettazioni ambientali e telefoniche, in quanto gli indagati si incontravano spesso in luoghi isolati, in piena campagna, nel tentativo di non essere intercettati. “Molti di questi sono personaggi dal notevole spessore criminale – hanno spiegato i militari – e hanno adottato misure volte a sviare gli accertamenti, si aspettavano comunque che succedesse qualcosa dopo il delitto”.

Di rilievo nel gruppo, le posizioni di Fabio Nanin e Gianluca Ciprian, quest’ultimo sfuggito miracolosamente all’agguato nel quale persero la vita Radicioli e Marchionne: per gli investigatori sarebbero stati loro a sostituirsi al ruolo di Alessandro Radicioli. Ai 24 indagati, comunque, non viene contestata l’associazione per delinquere ma lo spaccio di stupefacenti, senza riferimento a un gruppo organizzato.

“Un problema molto sentito in provincia, come anche in altre città, quello dell’uso smodato di droga – ha sottolineato il comandante – per contrastarlo organizziamo tutti i fine settimana appositi servizi volti a togliere dalle strade potenziali killer”.

Tra i 24 destinatari delle ordinanza, in quattro sono al momento irreperibili. 

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