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Le indagini / Sabaudia

Spaccio "a conduzione familiare": così la Squadra Mobile ha incastrato la banda di pusher

L’operazione ha portato all’arresto di quattro persone: l’attività era gestita da un 39enne con la collaborazione della madre, della fidanzata e di un secondo uomo di 46 anni

Era un’attività di spaccio prevalentemente "a condizione familiare" quella messa in piedi dalle quattro persone arrestate nei giorni scorsi dalla Squadra Mobile di Latina guidata dal vicequestore Mattia Falco, e che aveva il suo fulcro in una villetta a Sabaudia di proprietà di un uomo di 39 anni, vale a dire colui che, secondo gli investigatori, gestiva l’intero gruppo. 

L’operazione è scattata all’alba dello scorso giovedì 2 febbraio e ha fatto finire in carcere, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Latina, oltre al 39enne anche la madre di 58 anni e la fidanzata di 28 anni, che secondo gli investigatori partecipavano in vario modo all’attività di spaccio, insieme a un secondo uomo di 46 anni che si adoperava per le consegne della droga ai clienti. 

Da quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura di Latina, i quattro indagati, spiegano dalla Questura, “risultano essere stati i gestori di una fiorente attività di spaccio nel territorio di Sabaudia, effettuando numerose cessioni di cocaina a una vasta e variegata platea di assuntori tra l’estate e l’autunno del 2022”. Il cuore dello spaccio era dunque una villetta nella città delle dune, divenuta punto di riferimento per i consumatori di cocaina della zona e dove il 39enne viveva con la madre e la fidanzata. E’ stato proprio il continuo via vai di acquirenti ad attirare l’attenzione dei poliziotti tanto da spingere il gruppo a spostare l’attività di spaccio nei pressi di un bar poco lontano o direttamente a domicilio. I primi riscontri ai sospetti, infatti, sono arrivati proprio dopo che alcuni assuntori sono stati fermati nei pressi dell’abitazione del 39enne con la droga appena comprata. Di volta in volta questi venivano segnalati e sanzionati e così gli investigatori hanno accumulato elementi utili per arrivare al gruppo. Ulteriori elementi sono arrivati poi anche delle intercettazioni telefoniche fra gli indagati e dalle immagini delle telecamere piazzate dai poliziotti nei luoghi di incontro e che hanno immortalato decine di cessioni di cocaina. 

E’ stata l’estrema accortezza dimostrata dagli indagati, con particolare riguardo ai luoghi dove occultare lo stupefacente, a rendere più complesse le indagini che non si sono mai fermate. Nonostante tali difficoltà nel corso dell’attività sono stati comunque effettuati alcuni recuperi di stupefacente e lo scorso ottobre in un blitz all’interno dell’abitazione del 39enne gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato un’agenda relativa alla contabilità dell’attività di spaccio, un bilancino di precisione, involucri dotati di calamita in cui conservare la droga e materiale per il confezionamento.

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