Accusato di aver cercato di uccidere Carmine Ciarelli, assolto Gianfranco Fiori
L'appello ribalta la decisione del tribunale pontino. Il 27enne di Latina era stato condannato a 12 anni e sei mesi. Il ferimento di Ciarelli, sette colpi di pistola nel gennaio del 2010, aveva dato il via alla scia di sangue della cosiddetta guerra criminale
Dopo una condanna a dodici anni e sei mesi di reclusione per il tentato omicidio di Carmine Ciarelli, Gianfranco Fiori è stato assolto in appello. La sentenza nel pomeriggio di oggi dopo una lunga discussione ribalta quanto era stato stabilito nel 2012 dal giudice per l’udienza preliminare Costantino De Robbio. I giudici capitolini hanno concluso con l’assoluzione per non aver commesso il fatto e ora potrebbero procedere con il ricorso accusa e parte civile.
Gianfranco Fiori era stato arrestato ad ottobre di cinque anni fa, a otto mesi dal fatto che gli veniva contestato: secondo l’accusa, era stato lui, la mattina del 25 gennaio 2010, a bordo di una moto di grossa cilindrata, ad esplodere sette colpi di pistola contro Carmine Ciarelli, davanti al bar Sicuranza, nel quartiere Pantanaccio.
La vittima era riuscita per miracolo a restare in vita dopo un delicato intervento chirurgico e proprio le sue dichiarazioni avevano fatto scattare l’arresto. Una vicenda giudiziaria molto discontinua quella di Fiori che, dopo aver ottenuto i domiciliari, a novembre del 2011 era tornato in libertà dopo che la Cassazione aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare rinviando la decisione a una nuovo collegio del Riesame che ne aveva disposto la scarcerazione.
Poi la condanna a dodici anni con la pensante accusa di tentato omicidio nel processo che si era svolto con il rito abbreviato. La difesa di Fiori è rappresentata dagli avvocati Anna D’Alessandro e Riccardo Olivo, del foro di Roma.
L’accusa si basava su una serie di elementi: oltre alle dichiarazioni di Ciarelli, anche due presunte spedizioni fallite, organizzate per uccidere il giovane, i riscontri delle celle telefoniche, il presunto tentativo dell’imputato di fuggire a Londra e l’aggressione subita dal fratello di Carmine. Un quadro crollato oggi con la decisione della Corte d’Appello.