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Cronaca Terracina

Luna park e stadio di borgo Hermada, la versione di Marcuzzi e Suffer: "Nessuna irregolarità"

Il vicesindaco di Terracina e l'imprenditore, interrogati dal gip, si difendono e respingono le accuse tentata estorsione, istigazione alla corruzione, falso ideologico, truffa aggravata

Sono stati interrogati questa mattina il vicesindaco di Terracina Pierpaolo Marcuzzi e Emiliano Suffer, l’imprenditore appartenente a una dinastia dei giostrai, finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta che li vede indagati di tentata estorsione, istigazione alla corruzione, falso ideologico, truffa aggravata e turbata libertà di scelta del contraente in relazione all'affidamento in gestione di una vasta area del porto di Terracina, che da oltre 20 anni, viene utilizzata, nel periodo estivo, in via esclusiva per l'installazione del Luna Park Suffer e alla gestione dello stadio ‘Vittoria’ di borgo Hermada per ottenere fondi pubblici per gli eventi calamitosi del 2018.

 I due sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Cario alla presenza del sostituto procuratore Valentina Giammaria titolare dell’indagine ed hanno risposto entrambi alle domande.

Marcuzzi, assistito dagli avvocati Giulio Mastrobattista e Atena Agresti, ha sottolineato che a suo avviso le vicende a lui contestate non hanno natura penale ma amministrativa e con riferimento al rifacimento dello stadio ha spiegato che la risistemazione è stata regolarmente effettuata con un finanziamento regionale di circa 117mila euro. La difesa ha chiesto la revoca della misura cautelare e preannunciato ricorso al Tribunale del Riesame.

Per quanto riguarda Suffer, assistito dall’avvocato Lucio Teson, ha premesso come l’attività gestita dalla sua famiglia è una delle realtà più importanti in Italia e sulla vicenda dei biglietti omaggio ha spiegato che è consuetudine regalare ingressi alle autorità cittadine e alle forze dell’ordine in occasione degli spettacoli del luna park. La difesa ha anche prodotto le autorizzazioni ad utilizzare l’area del porto degli ultimi tre anni, poi ha chiesto la revoca della misura cautelare.

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