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Cronaca Terracina

Omicidio Marino, sentenza confermata in appello: due ergastoli e due condanne a 22 anni

Il verdetto di secondo grado per l'uccisione del boss degli scissioni di Secondigliano freddato a colpi di pistola sul lungomare di Terracina

La Corte di assise di Appello di Roma ha confermato i due ergastoli e le due condanne a 22 anni di carcere per le quattro persone ritenute responsabili dell'omicidio di Gaetano Marino, il boss degli scissionisti di Secondigliano ucciso il 23 agosto 2012 sul lungomare di Terracina a colpi di pistola. La sentenza ha confermato il pronunicamento di primo grado della Corte di assise di Latina con il carcere a vita per Arcangelo Abbinante, 30 anni, considerato l'esecutore materiale, Giuseppe Montanera, di 44 anni, componente del commando, e 22 anni di reclusione ciascuno a Carmine Rovai  e Salvatore Ciotola, 58 anni, che avevano fornito supporti logistico ai killer.

La vittima, Gaetano Marino, si trovava a Terracina in vacanza con la famiglia e quel giorno mentre era spiaggia presso uno stabilimneto blaneare della località pontina era stato chiamato da qualcuno così aveva raggiunto il lungomare dove due sicari a bordo di una moto gli avevano esploso contro alalcuni colpi di pistola uccidendolo, il tutto in pieno giorno e davanti a decine di bagnanti.

Le indagini della Direzione investigativa antimafia di Roma avevano seguito la traccia dello scontro tra clan che era in atto in quegli anni nel quartiere napoletano per il cntrollo della piazza di spaccio ma soltanto nel 2017 erano arrivati ad arrestate i quattro responsabili di omicidio volontario in concorso con le aggravanti di aver agito con premeditazione e con metodo mafioso, esplicitato dalle modalità inerenti l'organizzazione che l'esecuzione del delitto oltre alla detenzione illecita di armi. Abbinate e Montanera erano a bordo della moto mentre Rovai e Ciotola avrebbero fornito supporto logistico ai killer durante la loro permanenza sul litorale pontino: il commando infatti si era stabilito a Terracina con alcuni giorni di anticipo un appartamento in via Roma, poi un altro all’ingresso della città.

Ieri per i quattro, difesi dagli avvocati Giuseppe Lauretti, Fabio Greco, Claudio Davino, Vincenzo De Rosa e Nicola Quatrano, è arrivata la conferma della condanna. Le motivazioni saranno depositate entro trenta giorni.  

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