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Cronaca Terracina

Treno a Terracina, tutto fermo: la riattivazione condizionata alla sicurezza della linea

Nel 2012 la caduta del masso sulla linea. Il punto della situazione in un'audizione in Regione. Legambiente chiarisce che non c'è un piano per un intervento globale sul fronte franoso dei monti

Un'audizione convocata dal presidente della VI commissione della Regione Lazio si è svolta nei giorni scorsi per fare il punto sulla rete ferroviaria del Lazio. Oltre agli assessori, ai consiglieri regionali e ai rappresentanti degli enti interessati, ha partecipato anche il circolo Legambiente di Terracina, con il presidente Anna Giannetti e il vicepresidente Gabriele Subiaco, e Legambiente Lazio rappresentata da Roberto Sacchi e da Amedeo Trolese. Proprio nei mesi scorsi Legambiente aveva chiesto un'audizione in merito al ripristino della tratta ferroviaria Terracina-Priverno-Fossanova, sospesa dopo la frana del 2012.

Su questo punto Rfi ha dichiarato la disponibilità a riattivare la linea, ma ha anche affermato che la riattivazione sarà condizionata alla messa in sicurezza completa di tutta la linea dal rischio frana, i cui lavori sono di competenza della Regione Lazio. La Regione Lazio, per voce, dell’assessore regionale alla Mobilità Alessandri ha ricordato, da parte sua, che i lavori di messa in sicurezza di un tratto del Monte Cucca per il rischio idrogeologico non sono ritenuti sufficienti a garantire la completa sicurezza dell’intera tratta e che ad oggi non esiste ancora un Piano completo che dica con esattezza quali e quanti siano gli interventi necessari e quale il loro costo per poter mettere in completa sicurezza tutta la tratta che giace sotto un fronte franoso esteso per diversi chilometri e che comprende oltre Monte Cucca anche Monte Leano. Il piano complessivo dovrà partire dai requisiti imposti da Rfi.

"L’intervento in audizione dell’assessore regionale Alessandri - spiega Legambiente - è stato quindi particolarmente importante per aver messo in luce che, al di là dell’impegno della Regione per favorire la soluzione, la questione del ripristino della tratta ferroviaria a Terracina è conseguente ad un completo e adeguato progetto di messa in sicurezza e di mitigazione del rischio idrogeologico di tutto il fronte franoso, un progetto di cui non esistono ancora però i presupposti né tecnici né economici".  “Al di là delle promesse e di quanto ha raccontato la politica e l’amministrazione locale per anni e fino a poche settimane fa - prosegue Legambiente - da quanto emerso dalla audizione, e come purtroppo temevamo, appare chiaro che invece la situazione vive ancora una fase di stallo e ancora oggi, dopo quasi 8 anni dalla caduta del masso, non c'è alcuna chiarezza sui lavori complessivi di messa in sicurezza necessari. Per quanto ci riguarda, come più grande associazione ambientalista della Regione Lazio, oggi è stato finalmente fatto un passo avanti di chiarezza sgomberando il campo da inutili e dannose ambiguità, ma questo per noi è solo il primo passo di un lungo cammino, attendiamo infatti insieme all’Osservatorio Trasporti della Regione Lazio di essere convocati ad una audizione più approfondita, dedicata solo al caso specifico del treno e della stazione di Terracina come da noi richiesto. Continueremo a spingere in Regione affinché entro l’anno si possa avviare una riprogrammazione degli investimenti regionali".

“Spiace notare – continua Legambiente come nota a margine - la completa assenza all’audizione di altri portatori di interesse terracinesi (politici, amministratori, consiglieri regionali, comitati, associazioni) che pure hanno fatto di questo treno per anni un cavallo di battaglia". 

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