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Cronaca

Antiterrorismo: la rete pontina di Amri. Uno degli arrestati preparava la fuga

Era pronto a lasciare l'Italia il 32enne tunisino Akram Baazaoui, che dal 2015 era stato costantemente presenze nel capoluogo pontino

Era pronto a lasciare l’Italia uno degli arrestati nell’ambito del blitz antiterrorismo condotto questa mattina dagli uomini delle Digos di Roma e Latina. Si tratta del 32enne tunisino Akram Baazaoui, ritenuto dalla Procura di Roma il capo dell’associazione transnazionale che favoriva l’immigrazione clandestina procurando documenti falsi a chi voleva arrivare in Europa usando l’italia come Paese di transito.

Da Latina i documenti falsi per l'attentatore di Berlino Anis Amri

E’ lui l’uomo che avrebbe dovuto procurare i documenti falsi ad Anis Amri e che dal 2015 è stato costantemente presente nel capoluogo pontino. Dalle indagini partite nel 2016 dopo l’attentato al mercatino natalizio di Berlino è emerso che il gruppo guidato da Akram avesse stretti legami con un ambiente molto radicalizzato di soggetti residenti tra Latina e Aprilia. Akram si trovava a Napoli e si preparava a raggiungere la Tunisia.

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L'autoaddestramento su internet

Dalle indagini emerge inoltre un’attività di autoaddestramento con finalità di terrorismo transnazionale. E’ questo il reato contestato ad Abdel Salem Napulsi, 38 anni, dopo aver scandagliato i contatti dell’attentatore di Berlino Anis Amri. A suo carico, da quanto emerge dalle carte, sussiste un “corredo probatorio cospicuo”. Napulsi si muoveva sul web alla ricerca di materiali e informazioni su come costruire o modificare armi ad aria compressa, come reperire munizioni e mezzi pesanti blindati. L'uomo era stato per droga lo scorsa ottobre e nell’ambito dell’inchiesta emerge come una figura di particolare rilievo per le sue posizioni chiuse e radicali nelle zone di Latina e di Aprilia. Sul pc di Napulsi, già detenuto in carcere a Rebibbia, è stato ritrovato anche un tutorial per la costruzione e l’utilizzo di lanciarazzi RPG7. 

Scacco alla rete di Ansi Amri: blitz della Digos a Latina - Il video

La ricostruzione delle rete dai contatti di Amri

Le indagini sono scaturite dagli accertamenti svolti all’indomani dell’attacco al mercatino natalizio di Berlino da parte del tunisino Anis Amri, ospitato da un suo connazionale ad Aprilia nel 2015 le cui dichiarazioni hanno contribuito alla ricostruzione del quadro. Gli approfondimenti hanno permesso di tracciare la rete relazionale del terrorista tunisino nel periodo della sua permanenza in Italia fino alla partenza per la Germania avvenuta il 2 luglio 2015. In questo quadro sono stati nel tempo individuati e monitorati vari stranieri gravitanti nell’area pontina e nella Capitale, alcuni dei quali espulsi con provvedimenti del Ministro dell’Interno in quanto ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato.

"Tagliare la gola e i genitali agli infedeli"

Tra i contatti dell’attentatore di Berlino vi era un tunisino di 37 anni residente a Latina, frequentatore del locale Centro di preghiera islamico di Latina e noto per le sue posizioni radicali, legato da consolidati rapporti di amicizia con Napulsi. I due, infatti, si erano spesso lasciati andare a considerazioni incentrate su visioni radicali dell’Islam, connotate da una marcata ostilità per gli occidentali e i relativi costumi utilizzando, tra le altre, espressioni del tipo “tagliare la gola e i genitali agli infedeli.

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