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Cronaca Aprilia

Traffico illecito di rifiuti: la ricostruzione del business. L'indagine nata da un normale controllo

Sono 170 i viaggi dei mezzi pesanti verso la cava di via Corta ad Aprilia ripresi dalle videocamere installate dalla polizia. Ora le analisi sui terreni e un corso d'acqua per accertare i livelli di inquinamento

E’ nata quasi per caso l’indagine sul traffico illecito di rifiuti che ieri ha portato a 22 ordinanze di misura cautelare, di cui 16 arresti in carcere. Una sera una pattuglia della polizia stradale ha fermato lungo la strada un camion, con il rimorchio in quel momento vuoto, ma da cui proveniva un fortissimo odore che ha insospettito gli agenti di polizia.

Così, una volta in caserma, sono iniziati gli approfondimenti, da parte della polizia stradale di Aprilia e della Squadra mobile di Latina.Parte l’indagine, scattano gli appostamenti, i controlli, le riprese delle videocamere. E il traffico illecito di ogni genere di rifiuto viene ricostruito. Tutto finisce nella cava gestita dalla famiglia Piattella e le attività di sversamento nelle buche sono andate avanti fino a pochi giorni fa. Le videocamere installate dalla polizia hanno immortalato almeno 170 viaggi di mezzi pesanti nell’arco di poco più di un anno.

Ora si dovrà provvedere alle analisi per capire i danni provocati dai rifiuti sul territorio e su una sorgente di acqua che si trova poco lontano dalla cava di via Corta e per accertare la natura dei materiali inquinanti.

Ventidue le persone coinvolti, tra gestori del traffico e imprenditori che accettavano di sversare riuscendo così a risparmiare i costi di procedure lecite e autorizzate di scarico.

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