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Cronaca

Triplice omicidio di Motta Visconti, Valore Donna parte civile nel processo

La tragedia nel giugno scorso quando Cristina Omes e i suoi due figli di 50 anni e 20 mesi furono uccisi a coltellate; arrestato il marito Carlo Lissi. Domani il via al processo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

L'associazione “Valore Donna” di Latina, presieduta da Valentina Pappacena, si costituirà parte civile nel processo per il triplice omicidio di Motta Visconti, che si apre domani.

Nella cittadina in provincia di Milano, lo scorso giugno, una madre e i suoi due figli vennero uccisi a coltellate. La strage si consumò nella villetta in cui le vittime, la 38enne Cristina Omes, una bambina di 5 anni ed un bimbo di appena 20 mesi, abitavano insieme a Carlo Lissi, marito della donna e padre dei bambini. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l'uomo uccise la famiglia perché la riteneva d'intralcio: si era invaghito di una collega, che invece non lo corrispondeva. Sei coltellate alla moglie, dopo un rapporto intimo. Si ripulì dal sangue in cantina e risalì per finire la mattanza, sgozzando i figli che dormivano nei loro letti in cameretta. Dopo l'efferato delitto, Lissi andò a vedere, insieme ad alcuni amici, la nazionale di calcio che giocava. Al suo ritorno simulò i segni di una rapina e chiamò i carabinieri, dicendo di aver trovato i corpi della famiglia privi di vita.

Confessò il triplice omicidio e la sua premeditazione dopo un lungo interrogatorio.

L'avvocato della famiglia, Domenico Musicco, è anche il legale dell'associazione Valore Donna di Latina, che ha deciso di entrare nel processo come parte civile.
“Valore Donna – spiega la presidente Valentina Pappacena – da anni è vicina alle donne vittime di violenza, le sostiene psicologicamente e legalmente grazie all'ausilio di professionisti e lotta per pene più severe per chi si macchia di femminicidio. Anche in questo caso sarà al fianco delle vittime, della famiglia della moglie uccisa. Una volta crollato, dopo l'interrogatorio che vide la sua confessione, se è vero ciò che abbiamo appreso dalla stampa, Lissi chiese di essere condannato al massimo della pena: i giudici ascoltino l'appello dell'imputato. Nessuno sconto per chi uccide le donne e i bambini, per chi ha pianificato tutto fino all'ultimo dettaglio e poi va a vedere una partita di calcio come se niente fosse”.

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