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Cronaca Borgo Montello

Truffe, maxi sequestro: sigilli a depositi nella discarica del Montello

Sequestro da 270 milioni nei confronti di un noto imprenditore in un'operazione partita da Roma. Sigilli a società, fabbricati e terreni in diverse città. Tra questi anche a depositi nella discarica di borgo Montello

È arrivata fino nella provincia di Latina, e nella zona della discarica di Borgo Montello, l’operazione, denominata “Movida”, della guardia di finanza di Roma che ha portato al sequestro dell’ingente patrimonio riconducibile a un noto imprenditore, emigrato formalmente in Spagna, G.D.P.

Ad entrare in azione questa mattina circa 200 finanzieri a Roma e in diverse città Italiane; sotto chiave i beni per 270 milioni dell’imprenditore di 64 anni operante nel settore delle pulizie, del facchinaggio e del noleggio di auto accusato di aver organizzato un sodalizio criminale dedito all’appropriazione indebita, alla truffa in danno di enti pubblici, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio/reimpiego di capitali illeciti, al trasferimento fraudolento di valori ed alla perpetrazione di reati tributari.

Le indagini sono state svolte dal Nucleo di Polizia tributaria di Roma, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica; i sigilli sono scattati a 73 società, alcune estere e alcune con sedi a Roma, Latina e altre province, conti correnti, centinaia di unità immobiliari tra fabbricati e terreni – tra Avellino, Isernia, Milano e nelle provincie di Rieti, Frosinone, Sassari, Oristano, Livorno, Siena e Latina -, 32 motoveicoli e 2 yacht di oltre 20 metri. Il tutto per circa 270 milioni di euro. Un patrimonio, secondo la Procura, accumulato in 20 anni attraverso l'omesso pagamento di imposte e di altri oneri.

In particolare, nel territorio pontino, tra i 170 immobili sotto chiave sono finiti anche diversi magazzini e depositi all'interno della discarica di Borgo Montello. Nel provvedimento del tribunale delle misure di prevenzione si ricorda che l'area in oggetto è stata al centro di diverse indagini della Dda di Napoli "in merito alla nota vicenda dell'interramento, avvenuto negli anni '80, di fusti contenenti rifiuti chimici, altamente tossici, ad opera del clan dei Casalesi".

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