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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Truffe romantiche sul web, scattano le perquisizioni: l'indagine tocca anche Latina

Diciotto indagati in tutta Italia per un giro d'affari di oltre un milione di euro. Sgominata l'organizzazione grazie a un'indagine partita dall'Umbria

Truffa, ricettazione e riciclaggio sono i reati ipotizzati dalla procura di Spoleto leati alla cosiddetta truffa romantica sul web. La polizia di Stato ha eseguito 18 decreti di perquisizione coordinati dal servizio centrale di polizia postale e la collaborazione dei centri operativi della Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Sicilia e Veneto. L'indagine e le perquisizioni hanno toccato le province di Modena, Padova, Genova, Pesaro, Caserta, Campobasso, Palermo e anche Latina.

Come riporta Perugia Today, l'organizzazione criminale, secondo la Procura, operava su due livelli. Il primo, fortemente gerarchizzato e localizzato nell’Africa centro occidentale, si occupava di creare falsi profili per adescare ignare vittime; il secondo invece, costituito da decine di persone deputate al riciclaggio del denaro ottenuto con la truffa, aveva l’incarico di mettere a disposizione i propri conti ovvero di reclutare persone disposte a fornire, talvolta inconsapevolmente, il proprio conto corrente per far confluire le transazioni illecite in cambio di una percentuale già stabilita dal gruppo criminale. I truffatori contattavano le vittime sui social network, instauravano un legame affettivo virtuale e convincevano la vittima a versare somme di denaro all'amante virtuale per consentirgli di “risolvere” problemi di natura economica, per l'acquisto di un biglietto aereo per raggiungere la vittima o dare l'acconto per una casa dove vivere insieme. In caso di rifiuto, gli indagati erano arrivati persino a effettuare delle vere e proprie estorsioni, minacciando le vittime di pubblicare foto e video “intimi” o conseguenze legali per dei supposti comportamenti illeciti della vittima.

I proventi venivano smistati su diversi conti correnti ed utilizzati per l’acquisto di beni di varia natura, automobili, materiale edile, condizionatori, che venivano poi spediti verso la Nigeria all’interno di alcuni container. Le indagini informatiche eseguite su alcuni apparati mobili a disposizione dei correi hanno consentito di constatare l’esistenza di veri e propri gruppi su dei socialnetwork, creati con numeri stranieri, per mantenersi in contatto e con lo scopo di gestire le “vittime -clienti”, di riciclare il denaro, nonché le percentuali da condividere in considerazione della tipologia “dell’affare. Le indagini hanno permesso di scoprire un giro d’affari di oltre un milione di euro in due anni.

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