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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sezze

Profughi ospitati sui Lepini, perquisizioni a tappeto dei carabinieri

Verifiche nell'ufficio dell'ex vicesindaco di Sezze e nelle strutture di accoglienza per rifugiati. La Procura indaga per concorso in truffa aggravata e falso ai danni dello stato

Proseguono le indagini della Procura della Repubblica di Latina sul caso delle cooperative sociali e delle strutture d’accoglienza responsabili della gestione dei rifugiati politici. Ieri i carabinieri hanno eseguito una serie di perquisizioni presso l’ufficio e la residenza dell’ex vicesindaco e assessore ai servizi sociali di Sezze Umberto Marchionne (Udc). Visitate anche le abitazioni di altre due persone indagate. I militari della locale stazione, su mandato della Procura,
hanno realizzato le verifiche acquisendo «documentazione utile al prosieguo delle indagini».

Il caso della malagestione dei profughi arrivati sui Lepini nella scorsa primavera - in occasione delle guerre civili divampate in Nord Africa - era scoppiato nello scorso mese di luglio, quando in due casolari di Bassiano e Roccagorga furono ritrovati più di cento immigrati: giovani e vecchi erano stipati in alloggi carenti dal punto di vista igienico- sanitario.

Due vicende separate, che chiamano in causa due differenti cooperative sociali di Sezze, ma che sono poi state unite nelle indagini condotte dal sostituto procuratore Olimpia Monaco. Gravissime le accuse formulate nei confronti dei diversi indagati: l’ipotesi di reato è concorso in truffa aggravata e falso nei confronti dello Stato.

Le perquisizioni eseguite ieri dai carabinieri di Sezze rientrano nel filone d’inchiesta riguardante la vicenda del casolare di Bassiano. Il supplemento d’indagine si sarebbe reso necessario dopo una svolta negli accertamenti effettuati dagli uomini del Nas e dall’ispettorato del lavoro presso una casa di riposo di Sezze, la Villa Rosa, anch’essa utilizzata per l’accoglienza degli stranieri. Alla titolare sono state contestate le carenze igienico-sanitarie della struttura e anche alcune violazioni alla legislazione sul lavoro: le sanzioni amministrative comminatele ammontano a 60.500 euro.

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