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VIDEO | Operazione “Ottobre Rosso”: tre in carcere. Come Gianluca Tuma gestiva le società

Sorvegliato speciale, era lui di fatto a gestire le attività commerciali avvalendosi però di intestatari fittizi, cioè gli altri due arrestati. La ricostruzione del capo della Squadra Mobile Giuseppe Pontecorvo

Tentata estorsione ed intestazione fittizia di beni: questi i reati di cui sono considerati responsabili i tre arrestati oggi nell’ambito dell’operazione “Ottobre Rosso” della polizia. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile, diretta dal vice questore aggiunto Giuseppe Pontecorvo, e sono state coordinate dal sostituto procuratore Antonio Sgarrella. Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip del Tribunale Giuseppe Cario e sono state eseguite questa mattina insieme anche al sequestro di 5 società attive nel settore della ristorazione.

A ricostruire come agiva Gianluca Tuma, uno dei tre arrestati di oggi e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale dal 2019, è il capo della Squadra Mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo. “L’indagine ha permesso di ipotizzare come Gianluca Tuma attraverso una rete di complici gestisse società attive nel campo della ristorazione e quote societarie riconducibili a prestanome di cui si serviva per eludere di fatto gli effetti delle misure di prevenzione che impediscono di ottenere licenze o autorizzazioni di polizia e di commercio”.

Operazione "Ottobre Rosso": tutti i particolari

Secondo quanto accertato, dunque, le attività commerciali, tra ristoranti e pub a Latina, Terracina e San Felice Circeo, erano quindi gestite di fatto da Gianluca Tuma che si avvaleva però di intestatari fittizi, vale a dire gli altri due arrestati di oggi, i quali agivano nelle vesti di amministratori e soci.

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