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Economia

Coprifuoco alle 22, Confartigianato: “Un’incongruenza che pesa sui ristoratori”

L’intervento del presidente Alovisi: “Concedere a un ristoratore di lavorare, solo all’aperto, a pranzo e cena, e pensare che tutto il servizio debba chiudersi per quell’ora è assurdo”

“Un'incongruenza, che pesa su tutti gli imprenditori del settore della ristorazione e di molti altri”: ad intervenire su uno dei temi più caldi del decreto “Riaperture”, quello del coprifuoco che resta fissato alle 22, è Confartigianato Imprese Latina.

“Concedere a un ristoratore di lavorare, solo all’aperto, a pranzo e cena, e pensare che tutto il servizio debba chiudersi per quell’ora è assurdo” ha detto il presidente provinciale di Confartigianato Salvatore Alovisi commentando proprio le ultime decisioni del Governo in tema di misure contro il coronavirus non condividendo la soluzione prospettata dall’Esecutivo, che, “è vero, mette in programma una riapertura graduale, ma allo stesso tempo presta il fianco a critiche e dubbi che inevitabilmente si sollevano da più parti”.

“Ci saremmo aspettati - commenta Alovisi - in modo coerente con le riapertura delle attività commerciali a pranzo e a cena anche una revisione dell’orario di coprifuoco. E invece da un lato si allargano le maglie, dall’altra si mantengono strette. In questo modo alle attività non si dà la reale possibilità di lavorare in modo sereno. Siamo vicini ai ristoratori e a tutti i titolari e lavoratori delle attività commerciali per la somministrazione di cibi e bevande, agli stabilimenti balneari che dispongono delle strutture per la ristorazione”.

E proprio sotto questo ultimo aspetto, al grido d’allarme lanciato dal presidente di Confartigianato si uniscono le voci di Walter Zannino e Massimo Lucci, rispettivamente presidente provinciale dei balneari e dei ristoratori.

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