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Economia

Crisi alla Plasmon, Simeone: “Fermare questo tracollo”

Il consigliere regionale Pdl sui 56 esuberi annunciati: "Si apre una nuova ferita nel cuore produttivo della provincia. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere, anche morale, di intervenire"

Cinquantasei esuberi su quasi 400 lavoratori alla stabilimento della Plasmon di Latina – sono poco più di 200 quelli annunciati per i tre siti nazionali, quello pontino, quello di Milano e quello di Ozzano in provincia di Parma -.

L’annuncio è stato fatto nei giorni scorsi dalla società e ha destato non poche preoccupazioni nei sindacati. Per la giornata di martedì 24 settembre, intanto, è stato programmato un primo sciopero di 4 ore.

In queste ore, in merito ai tagli annunciati dalla Plasmon, è voluto intervenire anche il consigliere regionale del Pdl, Giuseppe Simeone.

“Il caso Plasmon, azienda storica della provincia, apre una nuova ferita nel cuore produttivo della provincia di Latina – commenta in una nota Simeone -. L’azienda, che produce generi alimentari per l'infanzia, ha presentato ai sindacati un pesante piano di ristrutturazione che prevede una riduzione di organico per i tre stabilimenti italiani.

Annunciati 56 esuberi solo per Latina su un totale di 398 persone impiegate nell’impianto che si trova sulla Pontina. Condivido a pieno le preoccupazioni sollevate dai sindacati e sono vicino ai lavoratori per quanto sta accadendo soprattutto perché, a quanto risulta, la Berkshire Hathaway e 3G Capita, subentrate alla Heinz nella proprietà, non hanno preso in considerazione la possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali o alla cassa integrazione. 

La Plasmon - prosegue il consigliere regionale del Pdl - è solo l’ultima delle aziende che si piegano sotto il peso della crisi e che stanno lasciando un vuoto in colmabile sul nostro territorio. E’ evidente che, anche come istituzioni, non possiamo più pensare di rincorrere la crisi che sta assumendo dimensioni devastanti a causa del tasso di disoccupazione e del disagio sociale che ne deriva.

Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere, anche morale, di intervenire e di farlo mostrandoci compatti, oltre le ideologie e le bandiere, con un piano di rilancio che passi per una seria politica economica. La stessa che è sempre mancata alla provincia di Latina e che deve costruirsi facendo leva sui fondi europei con progetti credibili che possano dare nuovo slancio ai distretti dal nautico all’agroalimentare, dal manifatturiero alle costruzioni. Competitività economica, accesso al credito, sostegno alle nuove imprese e ricerca sono i pilastri di un nuovo modo di fare economia sul nostro territorio. Se ci uniremo - conclude Simeone -, istituzioni, rappresentati politici a tutti i livelli, parti sociali la nostra provincia potrà tornare ad essere un motore di sviluppo e non solo un gigante spossato”.

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