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Economia Cisterna di Latina

Crisi Maserpack, la Cgil: “Vogliamo risposte alle nostre domande”

Previsto per il 30 novembre un nuovo incontro tra l'azienda e il sindacato che vuole conoscere il reale stato della società e trovare strade alternative alla mobilità dei dipendenti

Senza tregua la crisi economica che in questo periodo sta investendo la nostra provincia. Alla lunga lista delle aziende in difficoltà, costrette a chiudere i battenti costringendo i dipendenti alla cassa integrazione o alla mobilità, si aggiunge anche la Maserpack Srl, azienda cartotecnica di Cisterna che lo scorso 20 ottobre ha aperto una procedura di mobilità per 15 licenziamenti e 37 dipendenti dichiarati. 

Da quel momento la Cgil è scesa in campo per difendere i diritti di quei lavoratori chiedendo, a più riprese, di avviare un confronto con i vertici della società, per discutere delle ricadute e delle possibili alternative ai 15 licenziamenti preventivati dalla società.

Il primo appuntamento, andato purtroppo a vuoto, è stato fissato per il 27 ottobre. Presso la Federlazio Lazio la sigla sindacale ha incontrato la dirigenza ma a causa dell’impossibilità di ricevere una serie di documentazioni, opportune per le valutazioni, sulle condizioni aziendali, si è arrivati all'accordo di aggiornare la discussione a breve, mentre la Maserpack è sembrata irremovibile sui numeri presentati in procedura.

E, a distanza di quasi un mese da quel 27 ottobre, è arrivata la richiesta per il prosieguo del confronto. La data è fissata per il 30 novembre a pochi giorni dalla scadenza della fase di trattativa in sede sindacale, senza aver mai posto l’organizzazione di categoria nelle condizioni di valutare quanto dichiarato in procedura di mobilità per l’esubero di 15 dipendenti. Troppi i nodi da sciogliere. Il sindacato, così come i dipendenti stessi, non hanno mai ricevuto informazioni circa il reale stato in cui vessa l’azienda, né si conosce la figura nuova che starebbe per subentrare.

"Riteniamo inaccettabile, inoltre, la chiusura di un intero reparto del ciclo produttivo dichiarando 6 esuberi su 7 operai applicati al confezionamento – fanno sapere dal sindacato -, palese per noi un possibile ricorso a lavoro esterno o all’utilizzo di cooperative in quel reparto”.

Per questo in previsione del tavolo del 30 novembre la sigla sindacale chiede “all’azienda di far conoscere le reali intenzioni, e di presentare tutta la documentazione utile per valutare quanto scritto nella procedura, verificando la rispettosa applicazione delle corrette procedure di legge in materia di mobilità e provando ad individuare delle strade alternative ai licenziamenti presentati”.

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