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Giansanti: “Latina rischia di affondare sotto i colpi dell'Imu”

Il presidente di Libere Idee prende la parola dopo i dati diffusi da Il Sole 24 Ore sui costi di case e negozi: "Invitiamo l'amministrazione comunale ad adottare le aliquote minime"

Imu nell’occhio del ciclone. Lei, l’imposta municipale sugli immobili, che di fatto andrà a sostituire la vecchia Ici, diventa un pericolo sempre più incombente che per i cittadini di Latina si prospetta come una vera mazzata.

Questo è quanto è stato dimostrato dal resoconto riportato nei giorni scorsi dal quotidiano economico nazionale Il Sole 24 Ore che ha messo in evidenza come un negozio in centro a Latina costa più di uno a Milano o Firenze e tre volte in più di un locale a Venezia.

Alla luce di questi dati oggi, e a distanza di un altro intervento-denuncia che risale al mese di dicembre, prende di nuovo la parola Andrea Giansanti, presidente dell’associazione Libere Idee.

“Le preoccupazioni che manifestammo lo scorso dicembre – esordisce Andrea Giansanti, presidente di Libere Idee – quando il Governo Monti varò l'anticipo dell'Imu e la sua estensione alla prima casa, stanno per prendere corpo. La reintroduzione della tassazione sull'abitazione principale equivale al ripristino dell'Ici, tassa fortemente iniqua perché si basa su criteri proporzionali e non progressivi, e poiché è legata a un bene di prima necessità come la casa. Ci appellammo affinché il Comune di Latina mantenesse al minimo le aliquote, ma le prospettive rischiano di essere ben diverse”.

“Stando alle indiscrezioni di stampa, infatti – prosegue il presidente di Libere Idee -, nel capoluogo pontino l'introito previsto per l'Imu è pari a 35 milioni di euro l'anno. Basta una semplice divisione per capire che la tassa graverà, in media, su tutti i cittadini, neonati e indigenti compresi, per circa 320 euro annui. Parliamo di cifre astronomiche, che equivalgono a circa cinque volte la media dell'addizionale Irpef comunale”.

Importi che rischiano di acuire la crisi per famiglie, professionisti e imprese. “ Le giovani coppie – spiega Giansanti -, che si sono accollate con difficoltà un mutuo per costruirsi un futuro, si ritroveranno a dover far fronte alla spesa imprevista per la nuova tassa, che rischia di far saltare i già magri bilanci. Chi ha investito la liquidazione o risparmi di una vita in un locale commerciale per avere un sostegno alla pensione, va incontro alla possibilità che il reddito da affitto sia interamente azzerato dall'Imu, dato che secondo il Catasto un negozio a Latina centro vale più che a Venezia, ma certo rende molto di meno. Professionisti, commercianti e artigiani che hanno scelto di divenire proprietari delle mura del proprio esercizio dovranno sommare alla crisi che li sta travolgendo anche il pagamento della nuova tassa, che potrebbe rappresentare la pietra tombale su ogni possibilità di rilancio dell'attività economica”.
“La situazione è letteralmente drammatica: se non si vuole rischiare che Latina affondi sotto i colpi dell'Imu, invitiamo nuovamente l'amministrazione comunale ad adottare le aliquote minime, riducendo quelle per la prima casa allo 0,2% e per gli altri immobili allo 0,46%, al fine di non ridurre sul lastrico famiglie e dei lavoratori”.

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