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Olio extravergine, per la Guida Lodo l’evo pontino 501 Altitudo è il “non plus ultra dell’olivicoltura internazionale”

Così Lodo, la guida internazionale ai migliori oli extravergini al mondo, ha definito l’evo pontino della società agricola Agresti 1902

“Il non plus ultra dell’olivicoltura internazionale”. Così Lodo, la guida internazionale ai migliori oli extravergini al mondo, ha definito l’evo pontino 501 Altitudo monovarietale Itrana della società agricola Agresti 1902. L'olio 501 Altitudo, realizzato dalla coltivazione di oliveti recuperati dall’abbandono nei territori più impervi dell’areale della Dop Colline pontine, è stato premiato per le sue qualità organolettiche e per il suo profilo sensoriale. Nella motivazione ci legge: "perché si identifica con il territorio e la cultivar in modo emozionante e unico”.

"Un extravergine equilibrato, armonico con fruttato medio ricco di profumi e avvolgente, in cui si ritrovano le note caratteristiche della cultivar tipica della provincia pontina: foglie di pomodoro, erbe aromatiche, note vegetali, con caratteristiche verdi e molto nitide. Al palato è delicato con una leggera prevalenza del piccante sull’amaro e mantiene una grande coerenza aromatica rispetto alle sensazioni olfattive".

Il nuovo riconoscimento si aggiunge alla lunga lista di premi che la società agricola Agresti 1902 ha ottenuto nel 2022 con il suo extravergine 501 Altitudo monovarietale Itrana: le Tre Foglie dal Gambero Rosso; il Gold Award 2022 al Dubai Iooc; il Gold Award 2002 al New York International Olive Oil Competition, il Gold Prize 2002 al Japan Olive Oil Prize, Il Gold Award al Olive Japan 2002, il Platinum Award al Berlin Gooa e l'inserimento nella World's Best Olive Oil del NYIOOC.

“La cultivar Itrana – sottolinea Francesco Agresti, titolare dell’omonima società agricola - è un patrimonio del nostro territorio che merita di essere valorizzato. Per il New York International Olive Oil Competition è la terza cultivar più apprezzata al mondo ed è una delle tre tra le oltre 500 varietà italiane ad avere una Dop per l’olio e una per le olive da tavola. Eppure ci sono intere aree della nostra provincia in cui gli oliveti vengono abbandonati, un paradosso che mette a rischio la biodiversità, l’assetto idrogeologico e l’aspetto paesaggistico” 

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