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Economia

L'analisi della Uil: la provincia penultima nel Lazio per reddito medio. Gaeta e Latina i comuni più ricchi

I dati emergono dal dossier della Uil del Lazio: il 57% del gettito proviene dal lavoro dipendente

La provincia di Latina è penultima nel Lazio per reddito medio e mentre Gaeta è il territorio più ricco in tre comuni pontini non risulta dichiarazione con redditi superiori ai 75mila euro. L'analisi è del sindacato Uil. "Con un reddito medio di 21.371 euro è Gaeta il comune che presenta il reddito medio più elevato - si legge in una nota - Seguono Latina (21.169 euro) e poi Formia (20.231 euro), Sermoneta (19.622 euro) e Sabaudia (19.207 euro). Introiti medi sotto i 15 milaeuro si registrano invece tra i contribuenti di Campodimele (14.871 euro), Roccasecca dei Volsci (14.694 euro), Monte San Biagio (14.552 euro), Sonnino (14.396 euro) e Prossedi (14.087 euro)".

Questi dati emergono da “Composizione, dinamiche e disuguaglianze nella distribuzione dei redditi tra i cittadini di Roma e della regione”, il dossier realizzato dalla Uil del Lazio e dall’Istituto di Ricerca Eures, che la Uil di Latina ha sviluppato focalizzando l’attenzione sul territorio pontino. Analizzando i modelli 770, Unico e 730 del 2020 (relativi ai redditi del 2019), dal dossier si evince che sono stati quasi 6,8 i miliardi di euro versati al fisco dai cittadini e dalle cittadine del nostro territorio, un valore pari al 7,5 per cento del totale dei redditi dichiarati dai cittadini del Lazio, che hanno infatti raggiunto la cifra complessiva di 90miliardi. Nella regione è l’area metropolitana di Roma a presentare i redditi medi più elevati: oltre 25mila euro, segue la provincia di Rieti con una media di 19.376 euro, poi Viterbo con 18.292 euro, Latina (18.292) e Frosinone (18.098).

“Tornando ad approfondire i versamenti Irpef della nostra provincia – commenta Luigi Garullo, segretario della Uil di Latina - Gaeta è il comune più generoso anche in termini di versamenti Irpef, con un’imposta media annua che nel 2020 ha raggiunto 5.527 euro e che rappresenta il 25,9 per cento del reddito dichiarato, seguita a breve distanza da Latina, con 5.374 euro e un’aliquota media del 25,4%. Sul fronte opposto, è il borgo di Sonnino a ottenere il risultato più marginale, con un ammontare medio d’imposta di 2.892 euro e un’aliquota del 20,1%”.

Ma nel dossier Uil Lazio Eures c’è anche altro. Gaeta e Latina sono anche i territori che hanno registrato la più elevata incidenza di dichiaranti ad alto reddito: le dichiarazioni superiori a 75 mila euro rappresentano infatti il 2,3 per cento del totale (1,3% la media registrata su scala provinciale). Risultato analogo anche per Sperlonga (settima per ammontare medio dei redditi), dove si segnala la più alta incidenza di dichiaranti con reddito superiore a 120 mila euro (0,8%, tale incidenza raggiunge lo 0,7% a Sabaudia e San Felice Circeo, lo 0,6% a Latina e lo 0,5% a Gaeta). Escludendo Roma e la sua provincia – aggiunge l’esponente sindacale - nel pontino sono soltanto tre i comuni (Ventotene, Prossedi e Roccasecca dei Volsci) nei quali non sono state rintracciate dichiarazioni superiori a 75 mila euro annui”. Questo dato schizza invece nella Ciociaria a 91 Comuni, per scendere a 31 nel reatino e crollare a 6 paesi nella zona della Tuscia. “E’ una geografia composita quella che emerge dal dossier – conclude Garullo – ogni territorio ha le sue peculiarità, le sue piccole o grandi differenziazioni, ma un dato li accomuna: è il peso del gettito Irpef che viene versato in larga misura da lavoratori dipendenti e pensionati. Nella nostra provincia infatti, il 57,2 per cento del gettito proviene da lavoro dipendente e il 31, per cento da pensioni, soltanto il 2,6 per cento da lavoro autonomo, mentre l’8,5 per cento da patrimonio e rendite. Un ultimo dato per comprendere le difficoltà dei cittadini e delle cittadine della nostra regione: più di un milione di contribuenti (il 30,7% del totale) si colloca nella fascia di rischio povertà, con redditi annui inferiori a 10mila euro.  Da tutto ciò si evince chiaramente la necessità di una riforma fiscale che rimoduli scaglioni e aliquote. E che più in generale, come sottolineato recentemente dalla Uil nazionale, deve anche prevedere una lotta all’evasione fiscale attraverso strumenti innovativi”.

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