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Economia

Agricoltura d'eccellenza ed export in aumento: la criminalità organizzata e le sue ambizioni nella provincia

Dal report sulle agromafie emerge come l'Agro pontino sia un territorio ambito dalle mafie

Un’agricoltura di successo, una provincia chiave nel panorama economico italiano e, per questo, sotto il costante attacco della criminalità organizzata. È quanto emerge, in estrema sintesi, dal rapporto presentato o da Coldiretti Lazio e realizzato dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, in collaborazione con la Regione Lazio e il ministero della transizione ecologica. Un documento che analizza il fenomeno dell’illegalità e criminalità nelle filiere agroalimentari e nell’ambiente delle province del Lazio. Diversi i temi trattati dal rapporto, dal caporalato al problema dell’usura, fino ad arrivare alle infiltrazioni mafiose nei centri privilegiati per l’export ed il commercio.

Usura

Nel Lazio si stima un tasso usuraio medio del 120% annuo anche nel comparto agricolo con un giro d’affari complessivo pari a 40 milioni di euro. Un dato che è molto più alto nella Provincia romana e di Latina, rispettivamente di 15 milioni e mezzo e 13 milioni, rispetto alle altre Province, dove il giro d’affari è di 8 milioni a Viterbo, 2 a Frosinone e 1 milione a Rieti.

Del resto, la provincia di Latina ha fatto registrare, negli ultimi anni, una variazione positiva dell’export del +48%. Un risultato importante, specialmente se paragonato, ad esempio, alle province di Rieti e Viterbo, con una variazione negativa rispettivamente del -54% e -31%. Un mercato florido, diventato quindi appetibile per la criminalità.  La Provincia di Latina rappresenta infatti il 43,4% dell’export agroalimentare regionale,  seguita da quella di Roma con il 37%.

Nella Provincia di Latina si sviluppa infatti quello che viene definito il “triangolo d’oro dell’agricoltura italiana”, nell’area compresa tra Terracina, Sabaudia e Fondi, ma la coltivazione del cocomero pontino si estende anche nei Comuni di Latina, San Felice Circeo, Pontinia, Sezze, Priverno, Aprilia e Cisterna di Latina.

Kiwi di latina

la Provincia di Latina è uno dei principali snodi delle imprese laziali. Il territorio dell’Agro pontino rende soprattutto le zone di Cisterna di Latina, Sabaudia, Terracina, San Felice Circeo, specializzate nella produzione ortofrutticola e proprio dalla Provincia di Latina ha origine circa il 40% delle esportazioni  agroalimentari del Lazio. Tipico della zona e conosciuto anche all’estero è il kiwi di Latina Igp.

Il cocomero e la concorrenza sleale

Altra eccellenza pontina è il cocomero. Il cocomero laziale non si distingue solo per i volumi della produzione, ma soprattutto per l’elevato livello qualitativo che lo ha reso famoso in Italia e all’estero come uno dei prodotti regionali d’eccellenza.

Particolarmente apprezzato, come detto, è il cocomero pontino, varietà che ha guadagnato nel 2019 il riconoscimento di Prodotto agroalimentare tradizionale e concorre ora ad entrare nell’elenco dei prodotti a marchio Igp; con decreto del Ministero delle Politiche Agricole questo prodotto è stato inoltre riconosciuto un’eccellenza non solo locale, ma nazionale.

Quello dei cocomeri non è un settore facile e a risentire maggiormente delle fluttuazioni e delle speculazioni che caratterizzano in generale il settore agroalimentare sono gli agricoltori, che non sempre vedono ripagati adeguatamente gli sforzi impiegati nella produzione di prodotti di qualità in linea con le richieste del mercato.

La minaccia più grande, anche per i produttori di angurie arriva dall’estero: frutti provenienti soprattutto da Egitto, Tunisia, Spagna e Grecia importati a prezzi stracciati, con poche garanzie sulla qualità, sui controlli sanitari e sui metodi di produzione. Agli agricoltori non resta che adeguarsi a questi prezzi o mantenere il prodotto invenduto.

Immigrati e caporalato

La provincia di Latina è la seconda dopo quella di Roma, per numero di immigrati residenti (51.168, l’8,1% del totale regionale). Nel caso dell’Agro pontino è utile concentrarsi sulla presenza della comunità indiana di religione sikh presente sul territorio da circa la metà degli anni ’80  e ormai giunta a contare, tra residenti regolarmente soggiornanti e non, circa  25mila persone.

Il caporalato, e di conseguenza lo sfruttamento dei braccianti indiani nell’Agro pontino, si caratterizzano per il fatto di nascondersi dietro forme pseudo-legali. Nella maggior parte dei casi, infatti, sono coinvolte persone con regolare permesso di soggiorno, impiegati con contratti apparentemente in regola e buste paga formalmente corrette. Se in principio il lavoro si svolgeva in nero, ossia in assenza di un regolare permesso di soggiorno e di un regolare contratto di lavoro, negli ultimi anni si è affermata una forma di contrattualizzazione, come indagini delle Forze dell’ordine e sentenze passate in giudicato dimostrano, sostanzialmente funzionali allo sfruttamento agricolo, con la registrazione di una minima parte delle giornate effettivamente lavorate

È nota a tal riguardo l’operazione “Job Tax” del Nas dei carabinieri di Latina che nel 2021 ha previsto un sequestro preventivo per oltre 550mila euro nei confronti di sette persone, ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata al caporalato e all’impiego di fitofarmaci non autorizzati nelle coltivazioni.

Mof Fondi

Il Mercato ortofrutticolo del Comune di Fondi (cosiddetto Mof) costituisce una delle realtà più importanti del Paese e d’Europa per ciò che riguarda la commercializzazione della produzione ortofrutticola dell’Agro pontino e del Sud Italia.

Il centro, sistema di impresa avanzato e integrato nella filiera agroalimentare italiana, si estende su di una superficie complessiva di 335 ettari e ospita 200 operatori concessionari, dei quali 10 grandi cooperative agricole che raggruppano 3.000 produttori locali. La sua rilevanza è tale che da decenni è obiettivo di varie organizzazioni mafiose, come storiche sentenze passate in giudicato e numerose inchieste giudiziarie hanno dimostrato.

Chi riesce a governare o condizionare il Mercato ortofrutticolo di Fondi, senza alcun dubbio, impone un vincolo fondamentale all’agroalimentare italiano ed entra in un sistema affaristico che amplifica a dismisura economie criminali e potere mafioso

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