"Bolletta impossibile", il sondaggio di Impresa: in un anno rincari anche del 250%
L'associazione pontina scrive ai ministri del Governo Meloni: "Necessarie azioni urgenti e concrete"
Aumenti delle bollette dell'energia che mettono in ginocchio le imprese e che in qualche caso hanno addirittura superato, in un anno, il 250%. E' quanto emerge dal questionario “BollettaImpresaImpossibile” che Impresa, l’associazione nazionale di categoria dell’industria e delle piccole e medie imprese, ha somministrato ai propri associati. Impresa ha chiesto alle aziende di conoscere la differenza tra i costi sostenuti per le bollette di luglio e agosto del 2022 rispetto a quelle dello stesso periodo del 2021. Gli aumenti registrati sono spesso superiori al 200% e in alcuni casi anche al 250%, relativamente sia al costo totale delle fatture di fornitura di energia elettrica, sia per quanto concerne il costo al kwh richiesto dai gestori.
Ecco gli esempi più eclatanti:
- Per la ditta Ansa Compositi srl del settore plastico, la bolletta è passata in un anno da 54.444 euro a 189.975, denotando un rincaro di 135.531 euro, pari al 248,94% in più: il costo a kwh è aumentato da 0,1703€ a 0,5745€, con un incremento del 237,35%.
- Per la ditta Hs Hospital Service spa che produce dispositivi medici, la bolletta è passata 15.562 euro a 55.944 euro, con un rincaro pari al 259,49%; in questo caso, l’aumento del costo per kwh è passato in dodici mesi da 0,2042 euro a 0,7014, pari a un rincaro del 243,49%.
- Per la Imballaggi D’Aniello srl, che si occupa della realizzazione di imballaggi nel settore ortofrutticolo per frutta e verdura, l’aumento è stato esponenziale, a fronte addirittura di una riduzione del consumo: la ditta è passata da una bolletta di 84.271 euro del bimestre luglio-agosto 2021 a una di 287.991 euro del corrispondente bimestre del 2022, nonostante un minor consumo: dai 543.231kwh di un anno fa ai 508.125kwh del 2022. Si parla in questo caso di un rincaro di 203.720€, pari al 241,74%, mentre, per il costo al kwh, questo è passato da 0,1577€ a 0,5668, con una variazione percentuale del 259,31%.
Impresa ha così deciso di scrivere al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, al sottosegretario Claudio Durigon, al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, al ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, chiedendo interventi urgenti e concreti, che vadano da incentivi alla fornitura di energia elettrica al credito di imposta alle politiche per la riduzione a monte dei costi dell’energia, nonché facilitazioni, sgravi e sburocratizzazione per la realizzazione di impianti fotovoltaici che possano ridurre la dipendenza delle imprese da forniture esterne di energia. "Tutti i nostri associati chiamavano disperati in sede - spiega il presidente di Impresa, Giampaolo Olivetti - e abbiamo quindi avviato questo questionario per comprendere quale fossero l’entità e la gravità di tali rincari energetici. A seguito dei dati emersi cerchiamo ora di sensibilizzare chi di dovere per fare qualcosa subito, perché più tempo passa più le aziende entrano in crisi, fino a quando la crisi non diverrà irreversibile. Il fattore tempo è ora cruciale. Inoltre, chi si è attivato per ridurre i costi energetici attraverso impianti fotovoltaici e energie alternative, attende anche da un anno l’allaccio in rete: gli organi competenti devono attivare in tempi brevi una task force, anche con assunzioni temporanee, per effettuare i sopralluoghi e sbrigare le procedure, affinché questi impianti, ormai finiti e pronti, possano essere operativi"
."Come soggetto che ha un quotidiano rapporto con le aziende e l’economia reale - spiega il direttore generale di Impresa, Saverio Motolese - quello che mi viene restituito e che viene certificato in modo scientifico nel questionario è che le aziende stanno subendo uno shock economico. Siamo vicini, se non già dentro, a una recessione economica in quanto, finita da poco la coda economica negativa della pandemia, nel momento in cui le aziende stavano appena iniziando a reagire positivamente, giunge questa nuova e imprevedibile stangata dovuta ai rincari dell’energia, unita a quella dei rincari delle materie prime; tutto questo si traduce nel fatto che le nostre imprese iniziano a retrocedere e la retrocessione significa che manca la liquidità perché per pagare i costi energetici le aziende sono costrette a non coprire altre spese, o a indebitarsi. Una situazione che colpisce violentemente anche il lavoro: si perdono commesse, perché le aziende sono costrette a ridurre il costo del personale o della produzione. Bisogna quindi immediatamente intervenire, perché sono fortemente colpiti i bilanci delle aziende, nei quali questi costi non potevano essere previsti. Le aziende da sole non ce la possono fare".