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Latina in zona rossa, l’allarme di parrucchieri ed estetisti: “Potrebbe essere il colpo di grazia”

A farsi portavoce delle preoccupazioni dei lavoratori del settore il sindacato Bellezza e Benessere di Confcommercio Lazio Sud: “Urgono interventi economici di sostegno per le imprese”

“La zona rossa per parrucchieri ed estetisti potrebbe essere il colpo di grazia”: è il Sindacato Bellezza e Benessere di Confcommercio Lazio Sud a farsi portavoce delle preoccupazioni del settore dopo l’ingresso della provincia di Latina, come di tutto il Lazio, in zona rossa con le restrizioni che sono entrate in vigore lo scorso lunedì 15 marzo. Una “gravissima situazione che il settore sta attraversando e l’urgenza di interventi economici di sostegno per le imprese del settore”.

“Siamo stati tra gli ultimi a riaprire dopo il primo lockdown dello scorso anno, abbiamo condiviso con le Istituzioni precisi protocolli igienico-sanitari per il riavvio delle attività, abbiamo responsabilmente riorganizzato i modi e i tempi di lavoro nelle nostre strutture, sopportando pesanti impatti economici” ha dichiarato Elena Nardone, presidente del Sindacato Bellezza e Benessere Confcommercio Lazio Sud .

“A Natale abbiamo subito restrizioni ‘a singhiozzo’, che hanno messo in condizioni di disparità parrucchieri ed estetisti, permettendo aperture differenziate, ma, soprattutto, abbiamo avuto, anche nei periodi di zona arancione e gialla, una notevole contrazione del lavoro. Tra l’aumento della diffusione del virus e la paura dei clienti, le nostre imprese hanno perso molto del loro volume di affari, nonostante gli investimenti fatti per garantire la sicurezza di dipendenti e clientela, in attività delicate come le nostre” ha continuato Nardone.,

“Abbiamo cercato, con sforzi economici personali, di sostenere la nostra attività, per non chiudere e, in particolare, per non creare ulteriore disoccupazione; una disoccupazione, soprattutto, femminile, in un momento in cui i dati generali sull’occupazione delle donne sono drammatici. E, mentre le nostre imprese assumevano comportamenti responsabili a 360 gradi, l’abusivismo cresceva, tra l’indifferenza di troppi.

In questa ulteriore battuta di arresto purtroppo non siamo considerati tra le attività essenziali, senza che sia stata valutata l’evoluzione del nostro lavoro, nel sentiero della cura delle persone; molte colleghe e colleghi non vedono più una possibilità di ripresa e stanno pensando di non riaprire. Il sindacato non li sta lasciando, e non li lascerà soli, attraverso una consulenza mirata, supporto al credito e assistenza nella presentazione di domande per le varie forme di ristoro. Ma non basta! E’ necessario un occhio di riguardo per il nostro settore, da parte delle Istituzioni, sia nella lotta all’abusivismo sia per la messa in campo di risarcimenti/ristori mirati e di finanziamenti ad hoc non onerosi. Facciamo appello alle Istituzioni a sostenerci, ricordando a tutti che siamo un elemento importante del tessuto socio-economico delle città ma anche e, soprattutto, della cura e del benessere delle persone” ha poi concluso la presidente Nardone.
 

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