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Casi sospetti di lingua blu anche in provincia, allevatori alla Pisana

Interessano i territori di Frosinone, Latina e Roma i casi sospetti di lingua blu in numerosi allevamenti ovini e ovi-caprini. Rappresentanti di Cia, Coldiretti e di Confcooperative del Lazio ricevuti in Regione

Casi sospetti di lingua blu  in alcuni allevamenti ovini e ovi-caprini anche in provincia di Latina oltre che nel nord della provincia di Frosinone e di alcuni comuni di quelle di Roma.

Questo il tema affrontato, insieme a quello delle misure di profilassi per contrastare il diffondersi della malattia affrontati nella giornata di ieri quando sono stati ascoltati nella VIII commissione del Consiglio regionale presieduta da Mario Ciarla (Pd), i rappresentanti di Cia, Coldiretti e di Confcooperative del Lazio.

I rappresentanti del mondo agricolo del Lazio hanno sottolineato che il contagio sta arrecando gravi danni agli allevatori e chiesto chiarezza sui risarcimenti e sulle misure di contrasto, al fine di evitare un ulteriore colpo in un settore già gravato dalla crisi. In particolare, Ettore Tagneri (Cia Lazio) ha ricordato “i danni pesanti subiti dal primo caso di epidemia di 'blu tongue' degli anni 2002-2004, quando tutti i capi furono obbligatoriamente sottoposti all'unico vaccino disponibile allora (del ministero della Salute) che provoco' una serie di effetti collaterali. Questa volta- ha detto Tagneri- sarebbe opportuno accompagnare la profilassi con documentazione chiara e dettagliata sul tipo di vaccino proposto”.

Il dirigente regionale dell'Area Sanita' veterinaria, Ugo Della Marta, dal canto suo ha reso noti i dati in possesso della Regione che parlano di “circa 31 focolai denunciati al servizio veterinario che interessano circa 4.000 capi di bestiame, in cui sono stati riscontrati 105 casi di mortalità". Il dirigente regionale ha poi chiarito che il Ministero della Salute, a differenza di 10 anni fa, ha deciso che siano le singole Regioni ad occuparsi delle vaccinazioni. "Nel Lazio - ha spiegato Della Marta - sono stati vaccinati circa 160mila capi di bestiame nello scorso inverno e non risultano effetti collaterali. Ad oggi pero' le giacenze sono limitate e non possono soddisfare tutte le richieste".

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