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Economia

Morìa del kiwi, Coldiretti: “Distrutto il 30% delle coltivazioni. Subito i fondi per le aziende”

L’appello alla Regione perché stanzi i fondi per i produttori per procedere al reimpianto necessario a ripristinare le piantagioni- il consigliere La Penna: "Al lavoro per finanziare la ricerca e soluzioni sperimentali"

Oltre il 30% delle coltivazioni distrutte tra Latina e Roma con ingenti danni per i produttori causati dalla morìa di kiwi. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Lazio che rinvolge un appello alla Regione.

L’appello è quello di “intervenire subito - spiega il presidente di Coldiretti Lazio David Granirei rivolgendosi alla Regione ed in particolare all’assessore all’Agricoltura, Enrica Onorati - stanziando i fondi alle aziende che hanno perso gran parte del raccolto a causa della moria di kiwi, per poter procedere al reimpianto necessario a ripristinare le piantagioni. Ci vorrà molto tempo per tornare ai normali livelli di produzione. La perdita subita è considerevole e hanno bisogno di essere supportati dalle istituzioni”.

Un problema che Coldiretti sta seguendo sin dalle prime segnalazioni arrivate da parte dei produttori, che avevano portato alla sollecitazione di un incontro alla Pisana già lo scorso agosto. Dopo il quale ne sono seguiti altri in commissione e la Regione ha avviato uno ricerca che sta coinvolgendo oltre al servizio fitosanitario, anche alcune Università italiane, per individuare la causa del problema, che sta compromettendo seriamente la produzione.

“Non possiamo permetterci di mettere a rischio la produzione di un’eccellenza per il nostro territorio – conclude Granieri - che ha ottenuto anche il marchio Igp. I nostri produttori hanno bisogno di liquidità immediata per far fronte alla grave perdita economica che hanno subito a causa del calo della produzione. La moria di kiwi ha compromesso oltre il 30 per cento del raccolto. Si tratta di aziende che nella maggior parte dei casi si occupano solo di quella produzione che rappresenta l’unica fonte di guadagno. Questa situazione avrà conseguenze molto pesanti in termini economici su produttori già vessati dalla crisi determinata dalla pandemia”.

Un settore strategico quello della coltivazione dei kiwi per l’economia laziale che a Latina rappresenta una delle piantagioni principali con oltre 12 mila ettari di terreno coltivati, circa il 60 per cento della superficie coltivata e oltre 4 milioni di quintali di kiwi raccolti all’anno, per un valore di oltre 500 milioni di euro annui.

"Stiamo seguendo con molta apprensione e attenzione la vicenda della 'morìa del kiwi' che investe prevalentemente il territorio della provincia di Latina, dove le produzioni di actinidia rappresentano una porzione molto rilevante del Pil ortofrutticolo - ha dichiaratio il consiglilere regionale del Pd Salvatore La Penna attraverso una nota -. Una coltura, questa, che negli anni ha purtroppo rappresentato un obiettivo privilegiato di molti agenti patogeni: prima la batteriosi, poi la Cimice Asiatica ed ora la misteriosa moria. Quest’ultimo fenomeno appare di gestione particolarmente complessa in quanto le possibili cause risultano essere molteplici e non ancora identificate con certezza dalla comunità scientifica. Bene hanno fatto la Regione e l’Assessorato Agricoltura e Ambiente guidato dall’Assessora Enrica Onorati ad interessarsene da subito, intraprendendo importanti azioni volte ad indagare la conoscenza del fenomeno e propedeutiche all’applicazione di interventi risolutivi.

Già nel mese di agosto l’Assessorato aveva interessato la Ministra Bellanova chiedendo e ottenendo l’istituzione di un gruppo di lavoro in seno al Servizio Fitosanitario nazionale molto utile al coordinamento delle attività di ricerca e di intervento. Unitamente a ciò - ha detto ancora La Penna - ha chiesto l’inserimento del punto all’ordine del giorno sulla 'Morìa del Kiwi' nella Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni. Nel mese di settembre sono seguiti i confronti con le rappresentanze del mondo produttivo (imprenditoriali, sindacali e professionali) ed è stato insediato, presso la Direzione Agricoltura, il Tavolo di coordinamento regionale al quale, oltre ai dirigenti e funzionari del nostro servizio fitosanitario, hanno partecipato tecnici del Crea e dell'Università della Tuscia. Nello stesso periodo l’ottava Commissione del Consiglio Regionale è stata informata delle iniziative intraprese. Ritengo, quindi, che sia stata intrapresa la strada giusta per fronteggiare il fenomeno e sarà utile intervenire a supporto di tali azioni con tutti gli strumenti possibili, anche attraverso l’iniziativa consiliare. Per  tale motivo assumiamo l’impegno a lavorare per la messa in campo di tutte le misure  utili, anche e non solo con la presentazioni di emendamenti all’imminente Bilancio, volte a rafforzare le attività  di contrasto al fenomeno della moria e finanziare, nello specifico, le descritte attività di monitoraggio, ricerca e applicazione di cure sperimentali. Emerge chiaramente il bisogno di comprendere la dimensione statistica del fenomeno e censire con precisione il danno procurato al fine di poter provvedere  a puntuali misure di ristoro per le imprese".

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