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Tasse sulla casa, arriva la nuova Imu (e scompare la Tasi): cosa cambia

Nell'ultima bozza della Legge di Bilancio è prevista una riforma delle imposte sulla casa. Sparisce la Tasi, mentre la nuova Imu accorperà i due tributi. Ecco tutte le possibili novità nel 2020

Tasse sulla casa, ci sono novità in vista: nell'ultima versione della Legge di Bilancio è infatti prevista una riforma delle imposte. Nel dettaglio, l'articolo 95 contenuto nel Ddl di Bilancio 2020 prevede la scomparsa della Tasi, cioè il tributo per i servizi indivisibili, e il mantenimento dell'Imu, ovvero l'imposta municipale unica. Si parla di "nuova Imu" perché la tassa sulla casa - secondo la bozza del provvedimento - accorperà "vecchia" Imu e Tasi. Abolita la Tasi, il gettito confluirà nella nuova Imu - una tassa unica sulla casa - dal 1° gennaio 2020. Questo, e lo specifichiamo ancora una volta, se la bozza della Legge di Bilancio dovesse essere approvata cosi come è ora. 

Una novità che ha già ricevuto le critiche di Confedilizia, secondo cui "non è mai successo, nella storia della fiscalità, che quando è stata data ai Comuni la possibilità di aumentare le tasse sulla casa, abbiano resistito a questa tentazione. Succederà anche questa volta. E sarà una nuova patrimoniale". Cerchiamo di capirne di più.

La "nuova" Imu sulla casa: come funziona

Le date, prima di tutto. Le scadenze che riguardano la nuova Imu sono sempre due: 16 giugno (entro questa data i contribuenti dovranno pagare la metà dell'imposta complessivamente dovuta per l'anno, applicando l'aliquota e la detrazione dei dodici mesi dell'anno precedente), e 16 dicembre. I cittadini non dovranno pagare di più rispetto al passato, ha rassicurato il governo. Eppure, come ha spiegato ilSole24Ore, potrebbe avvenire il contrario. Mentre la Tasi (che verrà abolita, secondo la bozza) è una tassa ed essendo legata ai servizi comunali che copre ha bisogno di un'apposita delibera che la accompagni, la "nuova" Imu (così come la vecchia) serve a coprire in generale i fabbisogni municipali senza dover fornire giustificazioni. Ecco perché per i Comuni potrebbe essere più facile ritoccare al rialzo l'aliquota unica.

Oggi l'Imu massima è al 10,6 per mille, la Tasi invece ha come aliquota massima l'8 per mille, ma non è stata istituita ovunque. Come spiega il Sole, "la somma delle due aliquote, che hanno la stessa base imponibile (il «valore catastale» dell’immobile con dei moltiplicatori), arriva all'11,4 per mille, cioè esattamente l'aliquota massima della nuova Imu".

Tutto è rimandato alla decisione dei Comuni. Quelli che non avevano ancora toccato questo livello massimo di tassazione avranno il via libera per farlo, mentre chi aveva già raggiunto quella soglia (ad esempio Roma, Firenze, Bologna e Milano), non potrà andare oltre.

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