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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Economia

Economia, imprese pontine tra difficoltà e timidi segnali di ripresa

Osserfare, l'osservatorio economico della Camera di Commercio di Latina, rende pubblici i dati Movimprese relativi all'anno 2014 in cui è stato registrato un tasso di crescita del 0,66%, in flessione rispetto al 2013 (+0,87%)

“Si è chiuso un anno che ha registrato qualche primo, timido, segnale di ripresa nella demografia delle imprese su base nazionale, lo stesso ancora non può dirsi, purtroppo, per il contesto locale”: così Osserfare, l’osservatorio economico della Camera di Commercio di Latina, rende pubblici i dati Movimprese relativi all’anno 2014 elaborati sulla base dei dati forniti da Unioncamere e la congiunturale per il IV trimestre sempre del 2014.

IL LAZIO - A livello nazionale, infatti, a fine 2014 risultano registrate 6.041.187 imprese, di cui l’85,2% attive, con il Lazio che ha fatto registrare, trainata dalla consueta vivace performance della provincia di Roma il miglior tasso di crescita. “Il Lazio - si legge nel rapporto - mostra la performance di crescita più significativa, peraltro in ulteriore crescita tendenziale (+1,80%, a fronte del +1,39% del 2013), seguito da due regioni meridionali: la Campania (+1,04%) e la Calabria (+0,97%), entrambe indecisa accelerazione rispetto alle analoghe risultanze 2013”.

A livello provinciale, notiamo come dopo Roma, il cui tasso di crescita, secondo a livello nazionale dopo Isernia, si conferma in netta accelerazione rispetto all’annualità precedente (+2,24% nel corso del 2014, rispetto al +1,74%  rilevato a dicembre 2013), si collocano Latina (+0,66%) e Frosinone (+0,61%) entrambi in rallentamento tendenziale (rispettivamente gli esiti dello scorso anno si attestavano rispettivamente al +0,87% per la provincia pontina e +0,77% per il frusinate).

LA PROVINCIA PONTINA - Per quanto riguarda la provincia di Latina si rileva a fine 2014 uno stock di imprese pari a 57.563 unità registrate, di cui quasi l’82% attive, per un saldo positivo in termini assoluti di 384 unità, determinato dalla differenza tra le 3.701 iscrizioni dell’anno e le 3.317 aziende cancellate nello stesso periodo. Il tasso di natalità provinciale si attesta al +6,40%, in rallentamento rispetto alle evidenze rilevate l’anno precedente (+7,12%), collocandosi peraltro ai minimi in serie storica; in flessione, sebbene meno pronunciata, anche il tasso di mortalità (5,73%, a fronte del 6,24% nel corso del 2013).

Gli esiti di tali dinamiche conducono a un tasso di crescita su base annua pari al 0,66%, superiore ai valori nazionali (+0,51%) ma, come già evidenziato, in flessione rispetto a quanto registrato alla fine del 2013 (+0,87%); una situazione locale che ci si augura possa migliorare nell’immediato futuro alla luce dei primi segnali di ripresa del quadro economico registrati su base nazionale.

L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO PER SETTORE ECONOMICO - “La situazione che si presenta alla fine dell’anno - prosegue il rapporto - evidenzia una maggioranza di segni negativi in termini di crescita nei vari settori. Si conferma in flessione il settore del Trasporto e Magazzinaggio che mette a segno una flessione significativa dello stock (-1,66%), sebbene mostri un recupero rispetto alle analoghe risultanze dello scorso anno (-2,17%). Altrettanto preoccupante anche il dato del comparto Manifatturiero (-0,97%, laddove alla fine del 2013 la flessione dello stock era significativamente più contenuta al -0,49%), che si traduce in un saldo negativo in valore assoluto di -46 imprese. Contribuiscono all’accentuazione negativa delle dinamiche decrescenti del comparto industriale in primis il bilancio fortemente in rosso dell’industria del legno, appesantita dall’ulteriore arretramento della carpenteria e della falegnameria destinate all’edilizia. Altrettanto avviene per la lavorazione dei materiali edili (vetro, pietra..)”.

Per quanto attiene al settore immobiliare “la revisione decurta drasticamente le tendenze di tale segmento di attività rilevate nel 2013, riportandole su un sentiero negativo (-0,33%); tali esiti risultano in ulteriore peggioramento nel corso dell’ultimo anno, per una variazione negativa del -1,07%, che attesta le difficoltà connesse ad un mercato asfittico; tuttavia occorre sottolineare che, secondo l’Osservatorio Immobiliare, in chiusura d’anno le compravendite a livello nazionale hanno registrato un deciso rimbalzo, dopo un lungo periodo di perdite”.

In flessione le attività commerciali (-0,33% il tasso di variazione dello stock), mentre si mantengono su livelli stazionari le altre attività di servizi e le attività artistiche, sportive e di intrattenimento; positive anche le dinamiche del settore degli alloggi e della ristorazione (+2,37%), grazie alla maggiore vivacità delle attività legate alla somministrazione di alimenti.

Per quanto riguarda infine l’agricoltura, che va sempre comunque tenuta in opportuna considerazione in relazione al numero di imprese del settore rappresentando più del 18% del tessuto imprenditoriale, anche nel 2014 registra una ulteriore decrescita (-1,58% la variazione dello stock), sebbene più contenuta rispetto alle analoghe risultanze dello scorso anno. Nota positiva dai servizi di informazione e comunicazione (+3,71%), in linea con le dinamiche restituite nei dodici mesi precedenti (+3,59%) e i Servizi di supporto alle imprese (+4,63%, a fronte tuttavia di un +5,12% dello scorso anno).

LE FORME GIURIDICHE - Il trend positivo delle Società di Capitali continua anche nel 2014, ma con un tasso di crescita in leggera flessione rispetto al 2013 (+3,77%, a fronte del +3,88% dei dodici mesi precedenti) per un saldo positivo di 612 unità.

L’ARTIGIANATO - Segnali contraddittori provengono dal comparto Artigiano, poiché alla cronica situazione di difficoltà riscontrata in alcuni comparti fa da contraltare il segno positivo, in alcuni casi piuttosto significativo, di altri settori.

In generale le imprese artigiane registrate nell’apposito Albo ammontano a fine 2014 a 9.305 unità, delle quali 9.197 attive (quasi il 99%);  il saldo risulta negativo per -136 imprese, determinato dalla differenza tra le 615 iscrizioni e le 751 cessazioni annuali. Il tasso di crescita del comparto nel 2014 si è attestato al -1,44%, in linea con il valore 2013 (-1,45%), determinato da un tasso di natalità del +6,51% ed un tasso di mortalità del -7,94%. L’artigianato alla fine del 2014 rappresenta il 19,55% del tessuto imprenditoriale nella provincia di Latina (al netto delle imprese agricole) in lieve diminuzione rispetto al 2013 (19,79% la quota).

Passando alla disaggregazione settoriale del comparto, come già sottolineato, “i valori negativi di crescita si registrano in settori che presentano ormai situazioni di cronicità in questo senso, come le Costruzioni (-2,43% la variazione dello stock nel 2014), per un bilancio annuale negativo in valore assoluto di -76 imprese, il peggiore di tutto il comparto. In ulteriore arretramento le officine meccaniche e i servizi alla persona (prevalentemente parrucchieri, estetiste e istituti di bellezza), attività queste ultime che rispondendo alle esigenze di autoimpiego, grazie alle non elevate barriere di ingresso, scontano tuttavia tassi di sopravvivenza mediamente più contenuti”.

Da sottolineare, invece, il leggero rallentamento del trend negativo della Manifattura, il cui bilancio di demografia imprenditoriale annuale si attesta al -1,34%, a fronte del -3,03% del 2013; in flessione, sebbene più contenuta sui dodici mesi precedenti, le realtà artigiane del legno e dei metalli, mentre si conferma positiva la componente alimentare (pasticcerie e panetterie).

Vanno invece segnalate in senso positivo le performances registrate dai servizi di supporto alle imprese (+7,90% la variazione dello stock), sebbene si tratti prevalentemente di attività di pulizia, per un saldo positivo di +23 imprese, laddove nel 2013 si rilevava una variazione nettamente più contenuta (+2,11%). Buono anche il risultato registrato dalle attività di ristorazione senza somministrazione (+1,00% nel 2014, a fronte del -2,15% dello scorso anno), sostenute dall’accresciuta spinta all’avvio di nuove attività, nonché dalla maggiore tenuta delle esistenti.

LE IMPRESE STRANIERE - Per quanto riguarda l’imprenditoria straniera in provincia di Latina, lo stock al 31 dicembre 2014 ammonta a 3.698 imprese registrate, di cui 3.220 attive (87,07%), per un tasso di crescita annuale dell’8,75%, in aumento rispetto al 2013 (5,38%); il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni è positivo per +296 imprese.

La componente straniera rappresenta il 6,41% del tessuto imprenditoriale locale, guadagnando oltre un punto percentuale nell’ultimo quinquennio, in ragione di un trend demografico in continua crescita; si tratta comunque di valori piuttosto distanti dal 10,67% rilevato su base regionale e dall’8,66% su scala nazionale. Anche alla fine del 2014 si conferma l’estrema vivacità della componente straniera in termini di crescita se raffrontata con quanto evidenziato con riferimento all’universo imprenditoriale pontino: le realtà non “indigene” mostrano, infatti, un tasso di crescita (+4,31% per le comunitarie e +10,99% per le extracomunitarie)di gran lunga superiore a quello messo a segno dalla componente italiana (+0,21%).

IMPRENDITORIA GIOVANILE - Chiudiamo con l'analisi dell’andamento demografico delle imprese nella provincia per l’anno 2014, andando a dare uno sguardo all’Imprenditoria giovanile. Alla fine del 2014 le imprese giovanili iscritte in provincia di Latina risultano essere 6.938, di cui 5.957 attive (quasi l’86%); il bilancio annuale attesta un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni pari a 729 unità. Il tasso di crescita registrato nel 2014 si è attestato al +10,39%, confermandosi molto significativo, tuttavia risulta in rallentamento se raffrontato alla performance dell’anno precedente (+11,58%).

“L’aggregato delle imprese giovanili - prosegue ancora il rapporto - rappresenta il 12,05% dell’universo imprenditoriale locale, per una giovanilità che si riscontra maggiormente nelle altre attività dei servizi, dove l’incidenza di imprenditori junior è di poco inferiore ad 1/5; altrettanto vale per il settore del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese. In termini di disaggregazione settoriale, le imprese giovanili operano prevalentemente nelle Attività commerciali (2.008 imprese, per un peso pari al 28,94%) e nelle Costruzioni (864 unità, 12,45% la quota); degno di nota anche il peso dell’agricoltura (760 imprese) che, in termini relativi, spiega il 10,95% delle imprese giovanili”.

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