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Economia Cisterna di Latina

Paoil, rischio ambientale: allarme per lo stabilimento di Cisterna

Situazione preoccupante per il sito sull'Appia: sono ancora in deposito, infatti molti solventi, tra cui l'esano altamente esplosivo e pericoloso. Allarme di sindacati e istituzioni anche il rischio occupazionale

Grave rischio ambientale. Questo l’allarme lanciato al termine del tavolo di concertazione tra azienda, istituzioni e sindacati che si è tenuto nel pomeriggio di ieri. Un rischio che va ad aggiungersi agli annosi problemi dello stabilimento Paoil di Cisterna, uno stabilimento, la cui proprietà che dopo la dichiarazione di fallimento è passato nelle mani di due società, fermo da più di un anno, con i lavoratori in cassa integrazione, ma che potrebbe ancora lavorare, e costantemente esposto al rischio di furti.

Un quadro desolante quanto preoccupante dipinto dall’assessore provinciale Silvio D’arco, dai sindacati e dall’amministratore unico della Paoil Srl Stefano Coccato che hanno sottoscritto un documento.

“L’azienda – si legge nella nota– è sempre stata un punto di riferimento importante per tutta la regione Lazio, non solo per la filiera dell’olio, essendo una delle più grandi raffinerie del centro-sud Italia, ma anche per la produzione di olio di qualità. Nonostante una contrazione del mercato legato alla crisi economica generale non solo del settore, l’azienda aveva ed avrebbe ancora altissime potenzialità perché ha impianti all’avanguardia e di enormi dimensioni sia per lo stoccaggio delle materie prime che per l’altissima teconologia del sistema di raffinazione del petrolio. Inoltre – prosegue – potrebbe lavorare con alti margini di profitto coma ha fatto per molti anni guadagnando sul ritiro della materia prima e ovviamente sul prodotto finito”.

Invece lo stabilimento è fermo da più di un anno e i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore dal febbraio dello scorso anno e nel 2014 è stata rinnovata per un altro anno per cessazione di attività. Ma a questo va anche aggiunto il problema dei furti che stanno causando la perdita dell’unica risorsa ad oggi ancora in possesso della Paoli: i macchinari e l’impiantistica. 

“È fondamentale – continua la nota – oltre ad una opportuna attività di indagine delle forze dell’ordine che sono già state sollecitate, lanciare un grido di allarme forte per non dover subire, sotto gli occhi di tutti, l’ennesimo scippo di un sito industriale nella provincia di Latina con relative conseguenze per l’occupazione ed anche per la successiva bonifica”.

Intervento questo molto difficile e dispendioso per il sito di Cisterna a causa della particolarità delle materie prime trattate e degli enormi siti di stoccaggio che, se lasciati marcire, potrebbero rappresentare una vera e propria emergenza ambientale; “tutt’oggi sono ancora in deposito molti solventi, tra cui l’esano altamente esplosivo e pericoloso, rischiosi sia per gli stabilimenti limitrofi che per l’incolumità dei cittadini dei paesi adiacenti. Questo espone – prosegue – la proprietà del sito ad eventuali responsabilità penali da non sottovalutare”. 

Da qui l’appello alla Regione affinché assuma “quel ruolo di coordinamento promesso nelle riunione già effettuate in tal sede e coinvolga anche le proprietà del sito (le banche) che devono scongiurare il rischio ambientale e l’emergenza dei furti" e svolga una funzione di raccordo per ufficializzare che “la più grande raffineria del centro sud potrebbe essere un’opportunità di investimento soprattutto se coadiuvato da fondi comunitari che nel caso di specie e di fronte ad un progetto industriale si potrebbero attivare”.

Intanto per la settimana prossima le organizzazioni sindacali hanno in programma un presidio proprio davanti la sede della Paoil sull’Appia.

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