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Economia

Pensioni, in provincia importo medio sotto i mille euro. Il 27% sono assegni sociali

Le pensioni medie al di sotto del dato regionale e nazionale; 7 su 10 sono al di sotto dei mille euro, più di un quarto degli anziani vivono con meno di 500 euro. L’analisi della Uilp

Nella provincia di Latina le pensioni tra le più basse nel Lazio, con un importo medio pro capite al di sotto dei mille euro, quasi 7 pensioanati su 10 (oltre 135 mila), mentre un quarto di loro vivono con meno di 500 euro al mese. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto della Uilp Latina sulle pensioni nel territorio pontino. 

Nello specifico, in provincia sono 195.969 le pensioni con un importo medio annuo pro capite di 11.490 euro, 958 euro medi mensili, un dato più basso sia della media regionale (14.059 euro medi pro capite annui), sia della media nazionale (12.297 euro medi pro capite). “Gli importi medi delle pensioni in provincia di Latina sono più bassi rispetto alle altre province - spiegano dalla Uilp -, fatta eccezione per la provincia di Frosinone dove l’importo medio annuo pro capite è di 11.333 euro (944 euro medi mensili)”. Infatti nella provincia di Roma l’importo medio annuo pro capite delle pensioni è di 15.046 euro (1.254 euro medi mensili), a Rieti di 11.869 euro (989 euro medi mensili) e a Viterbo 11.732 euro (978 euro medi mensili).

L’analisi nella provincia pontina

Dai dati diffusi dal sindacato, emerge che il 26,8% delle pensioni (52.482 pensioni) non superano i 500 euro mensili con un importo medio pro capite di 283 euro al mese; il 33,8% (66.177 pensioni) hanno un importo mensile compreso tra i 550 e i 750 euro mensili (mediamente 580 euro pro capite mensile);  l’8,4% (16.527 pensioni) hanno un importo compreso tra i 751 e i 1.000 euro mensili; l’11,7% (22.890 pensioni) hanno un importo compreso tra i 1.001 e i 1.500 euro mensili; l’8,1% (15.936 pensioni) hanno un importo compreso tra i 1.501 e i 2.000 euro mensili; il 7,9% (15.488 pensioni) hanno un importo compreso trai 2.001 e i 3.000 euro mensili; soltanto il 3,3% (6.489 pensioni) hanno un importo mensile superiore ai 3.000 euro.

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L’analisi per tipologia di pensioni  

Secondo i dati che vengono diffusi dal sindacato, in provincia di Latina 86.471 sono pensioni di vecchiaia con un importo medio annuo pro capite di 16.971 euro (1.414 euro medi mensili); 13.988 sono le pensioni di invalidità ordinaria con un importo medio annuo pro capite di 11.986 euro (999 euro medi mensili); sono 37.983 con un importo medio pro capite annuo di 8.589 euro (716 euro medi mensili) le pensioni di reversibilità ai superstiti. Le pensioni indennitarie (infortunio sul lavoro, per causa di servizio e malattia professionale) sono invece 4.760 con un importo medio annuo pro capite di 5.746 euro (479 euro medi mensili); le pensioni assistenziali (assegno sociale), sono 52.767 con un importo medio annuo pro capite di 4.984 euro (415 euro medi mensili). Le pensioni che hanno una “storia contributiva” (pensioni di vecchiaia, anticipate ecc.), sono il 44,1% del totale delle pensioni in essere in provincia; le pensioni di invalidità ordinaria sono il 7,1%; le pensioni di reversibilità il 19,4%; le pensioni indennitarie il 2,4%; le pensioni assistenziali (assegni sociali) il 26,9%. 

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La spesa pensionistica 

“Complessivamente - spiegano ancora dalla Uilp - in provincia di Latina la spesa pensionistica (previdenziale e assistenziale), ammonta ad oltre 2,2 miliardi di euro”: per le pensioni di vecchiaia la spesa annua ammonta a 1,5 miliardi di euro; la spesa per le pensioni di invalidità ordinaria a 168 milioni di euro; per le pensioni di reversibilità 327 milioni di euro; per le pensioni indennitarie 28 milioni di euro; per gli assegni sociali 263 milioni di euro. 

Le donne

Il 54,2% delle pensioni in essere in provincia sono a favore di donne, con un importo medio 8.911 euro annui; mentre il restante 45,8% sono pensioni a favore di uomini con un importo medio di 14.537 euro annui. “Le ragioni delle differenze negli importi delle pensioni tra uomini e donne - spiega il sindacato - vanno ricercate a monte, e cioè nelle disparità ancora esistenti nel mercato del lavoro e nei livelli retributivi. Le donne entrano più tardi nel mondo lavorativo, hanno una carriera più discontinua e ridotta, hanno maggiori difficoltà ad occupare posti apicali, utilizzano maggiormente il lavoro part time, percepiscono retribuzioni mediamente inferiori rispetto agli uomini anche a parità di lavoro e posizione professionale”. 

“Più in generale - conclude la Uilp - questi dati ci confermano la necessità di intervenire sui meccanismi che sono alla base della rivalutazione delle pensioni. A tal proposito dovremmo riprendere rapidamente quanto concordato con il Governo al tavolo della previdenza, con l’istituzione di un paniere costruito ad hoc sui consumi dei pensionati”.

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