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Economia

Prezzo del latte, Coldiretti: “Natale amaro per gli allevatori pontini”

Tavolo convocato per il 22 dicembre. Coldiretti: "Auspichiamo che al tavolo partecipino i referenti degli industriali per un confronto non più rinviabile per il futuro agli allevatori"

Quello degli allevatori pontini sarà un Natale amaro. Così i vertici della Coldiretti commentano la situazione vissuta dagli allevatori della provincia pontina in battaglia per un prezzo del latte in vista del tavolo in programma per il prossimo 22 dicembre alle 11 presso il “Podere Salita” sull’Aurelia.

“La produzione di latte vaccino pontina deve essere tutelata e salvaguardata. Le 1.727 aziende da latte che operano in provincia di Latina, che possono contare su 46.800 capi devono continuare ad esistere per garantire un prodotto sano e di qualità a vantaggio dei consumatori sempre più attenti a provenienza e origine” sottolinea Saverio Viola, direttore della Coldiretti di Latina, che insieme al presidente Carlo Crocetti sta tenendo assemblee, incontri e riunioni in molte località della provincia.

“Sarà un Natale diverso per gli allevatori pontini – chiosa Crocetti – un Natale di grande disagio e forti difficoltà acuite dalla crisi  di un settore che attende riposte da quasi un anno ormai”.

Il comparto offre occupazione a oltre 5.000 persone senza contare l’indotto, ricorda Viola che ribadisce come “l’impegno di Coldiretti nel progetto di valorizzazione di una filiera di qualità interamente laziale proposto da tempo non trovi da parte dei gruppi industriali adeguate riposte. Il prezzo per gli allevatori non supera i 40 centesimi e spesso non arriva neppure a 35 mentre il latte al consumo fa impennare le vendite e viene acquistato dagli ignari consumatori ad una media di oltre 1 euro e 60 centesimi”.

“Auspichiamo – ha detto ancora Viola - che al tavolo partecipino i referenti degli industriali pe un confronto non più rinviabile per garantire presente e futuro agli allevatori della nostra provincia ormai stanchi ed esausti della situazione e delle promesse non mantenute. Garantire un prodotto di certa provenienza e di qualità com’è appunto il latte prodotto nei nostri territori  è il nostro obiettivo ma a questi prezzi davvero la situazione è insostenibile e per questo saremo presenti al tavolo per poi decidere con i nostri soci come comportarci in base a ciò che avverrà”.

I NUMERI - Complessivamente, rileva la Coldiretti, “in un anno sono arrivati miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, foraggi, yogurt e altro) utilizzati in latte a lunga conservazione, latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori ciociari e pontini e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. In altre parole tre litri di latte a lunga conservazione sui quattro venduti in terra pontina  sono in realtà già stranieri senza indicazioni per il consumatore come pure il latte impiegato in quasi la metà delle mozzarelle sugli scaffali. Il prezzo regionale (0.42) – conclude Coldiretti -, ormai scaduto non è stato rispettato nel territori pontino dove in media i produttori riscuotono 0.38 centesimi per litro, meno di 20 anni fa”.

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