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Stabilizzazione Lsu, la Regione Lazio chiude il “tormentone”

La parola fine arriva dal consigliere regionale Pdl Cetrone: “L’apertura del nuovo percorso ha attuato una grande operazione di contrasto alla precarietà di questi lavoratori”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

Il tormentone che ha tenuto banco per alcuni giorni, riguardo alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili in servizio presso i Comuni della Regione Lazio, è terminato nella mattina del 2 gennaio con la firma sulla determina dirigenziale da parte del Direttore vicario della Direzione regionale formazione e lavoro.

Recita il passaggio fondamentale di tale provvedimento: “…Di confermare il riconoscimento del sostegno regionale agli enti gestori che hanno effettuato le
assunzioni o avviato le relative procedure entro il 31/12/2010; di pubblicare la presente determinazione sul sito della Regione Lazio: www.portalavoro.regioneJazio. Tale pubblicazione assume valore giuridico di formale notificazione del suo contenuto agli interessati , che potranno esperire, avverso il provvedimento, i gravami previsti dalla legge (ricorso al TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione sul B.U.R.L)".

Si conclude, e non poteva essere diversamente, in maniera responsabile un casus belli nel quale le opposizioni politiche in seno alla Regione Lazio, con i loro cascami provinciali, hanno trovato nei giorni scorsi un momento di effimera gloria mediatica.

Per quanto mi riguarda, ho affrontato il problema con molta serietà e cercato di spiegare in tempi non sospetti che l’assessore al lavoro Zezza e più in senso lato il governo regionale, sul tema della stabilizzazione dei Lsu stava producendo una politica seria e un altrettanto serio provvedimento.

Per questo, alla vigilia della sottoscrizione dei nuovi contratti di lavoro da parte di tutti i Lsu è bene ribadire che il bacino regionale dei lavoratori socialmente utili ancora in servizio e da “svuotare” al più presto è un piccolo esercito formato da 1.890 unità, molti dei quali precari in servizio attivo e permanente da oltre 20 anni.

La Regione Lazio, con l’apertura del nuovo percorso, ha attuato una grande operazione di contrasto alla precarietà di questi lavoratori, soluzione resa possibile dai circa 50 milioni di euro del “Fondo per l'inserimento al lavoro”, ma anche dei fondi regionali, nazionali ed europei. Finanziamenti capaci di trasformare il lungo precariato dei Lsu del Lazio in un'occupazione veramente stabile, idonei inoltre nell’incentivare anche l’eventuale fuoriuscita volontaria dal bacino regionale di tutti quelli che ne faranno richiesta, oppure per definire percorsi diversi secondo esigenze specifiche.

Di tutta la vicenda, felicemente conclusa oggi, stigmatizzo con fermezza anche l’allarme scientemente lanciato da diversi soggetti politici e istituzionali sulla inderogabile scadenza del 31 dicembre 2011, termine ultimo per il pagamento degli assegni di utilizzo e quelli per il nucleo familiare ai Lsu. Puntualizzo ancora una volta con forza che, come stabilito con l’assessore Zezza, i lavoratori socialmente utili hanno in ogni modo garantito la retribuzione di gennaio, nell’attesa che i Comuni perfezionino tutte le pratiche burocratiche necessarie.

Per questa ragione invito espressamente tutti i sindaci dei Comuni coinvolti nella stabilizzazione dei rispettivi Lsu, di procedere celermente nella definizione e nell’invio presso gli uffici preposti della Regione Lazio della documentazione necessaria, per passare poi alla fase successiva: la stipula dei nuovi contratti con i lavoratori.
 

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