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Modernità e innovazione: nuova vita per il Museo Cambellotti di Latina

Sono stati presentati oggi gli interventi che stanno rivoluzionando il museo: dalla ristrutturazione al nuovo allestimento, dalle nuove strategie comunicative alle modalità di fruizione evolute

Dopo decenni di semi abbandono il Museo Duilio Cambellotti di Latina torna a vivere, non solo perché c’è un nuovo direttore scientifico, Alessandro Cocchieri, e un nuovo allestimento ma perché con una serie di interventi sostenuti dalla Regione Lazio entra a pieno titolo nel nuovo millennio e anzi traghetta Latina, da sempre città legata al futurismo, nella modernità, nell’innovazione.

Proprio oggi sono stati presentati in una conferenza stampa i vari interventi avvenuti in questo periodo al Museo principale della città. Interventi resi possibili grazie ai fondi ottenuti vincendo il bando regionale per la Valorizzazione dei Luoghi della Cultura e cofinanziato dal Comune di Latina e al duro lavoro che è partito ben tre anni fa, che ha visto lavorare sodo alla modernizzazione del Cambellotti l’avvocato Elena Lusena, RUP del progetto e direttore amministrativo del Museo, e il suo team, affiancati da professionisti del settore che hanno contribuito a interventi strutturali, alla digitalizzazione di tutto il patrimonio custodito, a nuove forme di comunicazione e di fruizione durante le visite al museo.

Pensando ai vari musei della Capitale e alle condizioni in cui versava fino a qualche tempo fa il Cambellotti, non si sarebbe potuto immaginare neanche lontanamente non solo quanti tesori vi sono custoditi ma le potenzialità che uno spazio del genere può offrire alla città di Latina in termini di valorizzazione dei beni culturali del territorio con ricadute più che positive sul turismo, sulla vita culturale e sociale della città e quindi anche sul versante economico.

Oltre alle sale espositive, infatti, il Museo Cambellotti è stato dotato, come i normali musei, di un punto ristoro, book shop e di sale di lettura che potranno diventare luogo di incontro e scambio per i cittadini, ospitare eventi, convegni e appuntamenti di approfondimento.  Con la riorganizzazione delle sale espositive, degli allestimenti il Cambellotti diventa luogo di interesse turistico, centro di formazione accreditato alla Regione Lazio (sono già due i corsi attivati per operatori culturali), sede di attività di ricerca, punto di raccordo delle principali istituzioni delle città di Fondazione. Grazie a questo progetto di modernizzazione Il Museo sarà presente sia sul territorio che on line con un nuovo sito già ultimato (realizzato da ItLogix srl) e dei canali social attivi e curati da Nicolette Mandarano, social media manager di esperienza: la pagina Facebook sarà lanciata da domani 5 febbraio e il canale Instagram dal 9 febbraio.

Gli interventi strutturali

Grazie al lavoro dell’Architetto Riccardo Zefferi si è potuto convertire un locale, fino a poco tempo fa adibito a magazzino, in una caffetteria dalla quale si avrà accesso sia dal Museo che dal cortile sul retro, spesso in estate già sede di spettacoli dal vivo. L’atrio d’ingresso sarà dotato di elementi mobili da spostare nel caso di utilizzo dello spazio per altre destinazioni temporanee. Il book shop diventerà luogo in cui acquistare oltre che volumi riguardanti Duilio Cambellotti e l’arte in generale, ma anche gadget del Museo che sono stati ideati in queste settimane grazie alla nuova veste grafica per il logo del Cambellotti realizzata dallo Studio 21 di Alessandro Dei e Lisa Tavarnesi.

Modernizzazione e innovazione

Tanti gli interventi per modernizzare non solo l’immagine e la comunicazione legata al Museo Cambellotti, ma anche per fornire durante le visite strumenti moderni e innovativi di conoscenza e approfondimento. Dalla sala immersiva per conoscere la storia della nascita dell’Agro Pontino così ben raccontata da Duilio Cambellotti, alla sale dedicata al plastico multimediale, alla sala proiezioni, alle quattro sale dedicate alle opere di Cambellotti, che ha lavorato utilizzando moltissime tecniche da scoprire attraverso laboratori di approfondimento e infine la grande sala dell’Agro Redento dove conoscere il modo di lavorare di Cambellotti, attraverso gli svariati studi e bozzetti per la realizzazione della splendida opera che campeggia nella sala conferenze presso la Prefettura di Latina. Oltre 800 sono le opere e i lavori di Cambellotti custoditi nel Museo che saranno esposti man mano in modo da rendere il Museo sempre appetibile per ulteriori visite nel tempo.
L’elemento di maggiore innovazione di cui è stato fornito il museo è sicuramente la tecnologia Li-Fi nata dalla genialità di una start up di giovani di Latina la To Be srl (di Francesco Russo e Giacomo Malandruccolo) che permetterà di fruire contenuti, video, schede legate alle opere in esposizione attraverso un’app che riceverà i dati tramite la luce LED che illumina i vari oggetti, una novità mondiale legata non solo al mondo della cultura, ma della comunicazione digitale in generale.

I saluti istituzionali

Significative anche le parole di Albino Ruberti, Capo di Gabinetto della Regione Lazio, oggi presente in collegamento remoto “Desidero esprimere grande soddisfazione da parte della Regione per la realizzazione di questo importante intervento che dimostra la positiva collaborazione che può nascere tra le istituzioni, in particolare tra la Regione e i Comuni … Latina nel 2019 ha risposto positivamente, con vivacità e partecipazione, a questo Avviso pubblico con una proposta che conferma un’importante capacità progettuale dell’amministrazione ma anche una visione della città proiettata al futuro, in cui la valorizzazione del patrimonio culturale è non solo una necessità ma anche un’opportunità. Un lavoro ottimamente svolto dal sindaco Damiano Coletta affiancato dall’assessore Silvio Di Francia di cui già in passato ho avuto modo di apprezzare il valore professionale e umano. Questo intervento dimostra proprio come attraverso la valorizzazione di una collezione museale importante e identitaria come quella di Duilio Cambellotti si possa dare nuova vita ai nostri musei con la progettazione di nuovi allestimenti, l’utilizzo di nuove tecnologie e di nuovi linguaggi di fruizione. Accanto a questo, è fondamentale citare l’importante lavoro di sistema con le Città di Fondazione…”.

Un percorso iniziato ben tre anni fa che oggi supera lo step del “faremo” per mostrare i primi risultati, alla vigilia dell’apertura ufficiale al pubblico prevista per maggio. Non potevano dunque mancare i saluti non solo dell’Assessore alle politiche culturali Silvio Di Francia che ha saputo incoraggiare e coadiuvare un team mosso dalla passione e dall’amore verso la città e del Sindaco Damiano Coletta che salutano questo primo traguardo con soddisfazione e la speranza che diventi solo un primo tassello per un’azione costante di preservazione della storia della città, delle testimonianze del passato da illustrare e raccontare ai cittadini, dai giovani studenti di tutte le scuole agli adulti, per la creazione di una identità comune, ma anche a turisti e appasisonati affinchè il Museo diventi volano di turismo e sviluppo economico.

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