A Minturno la 61esima edizione de La Sagra delle Regne
Ci sono feste e ricorrenze che alcuni paesi custodiscono e tramandano di generazione in generazione, feste che affondano le loro radici in tempi lontanissimi della storia, ancor prima dell’epoca romana addirittura.
È il caso della Sagra delle Regne che si tiene a Minturno ogni anno la seconda domenica di luglio: una festa che anticamente era dedicata alle divinità della terra e dell’agricoltura, in cui si ringraziava per il raccolto e si offrivano le messi più pregiate a Silva Maricae, ninfa della vegetazione e dei boschi di Minturnae, che è stata poi sostituita con l’avvento del cristianesimo con la Madonna delle Grazie.
Si hanno le prime notizie sulla sagra sin dai primi dell’800, ma la versione moderna iniziò nel ‘900, interrompendosi durante gli anni della seconda guerra mondiale, per riprendere ininterrottamente dal 1954. Oggi la Sagra delle Regne, giunta alla sua 61° edizione, si basa soprattutto sulla celebrazione delle tradizioni contadine, sul folklore e la ricostruzione storica.
Quest’anno la Sagra delle Regne si svolgerà da giovedì 9 luglio a domenica 12 presso il centro storico, ogni giorno le ormai classiche sfilate di carri votivi sui quali si potranno ammirare i covoni di grano offerti alla Madonna delle Grazie e a Dio per ringraziare dell’annata abbondante e propiziarne una prossima altrettanto ricca. Una serie di spettacoli folkloristici animeranno il paese con esibizioni di gruppi locali, provenienti da altre regioni e addirittura stranieri. Tra questi i gruppi I Giullari, Le Tradizioni, gli Sbandieratori Le Tre Torri, Bandierai del Ducato di Traetto e gli Sbandieratori I Casali di Minturno.
Durante i giorni di festa per le vie del centro storico echeggeranno musiche e canzoni popolari con danze, esibizioni e cortei in costume contadino provenienti dalle principali contrade del paese: Marina di Minturno, S. Lucia, Simonelli, Vigna della Corte, San Marco, Santa Maria Mater Domini . Tante le associazioni locali che partecipano all’organizzazione della festa e che sentono fortemente la responsabilità di tramandare le proprie tradizioni e le proprie origini alle nuove generazioni.
Come in tutte le sagre che si rispettino, non mancheranno i consueti stand gastronomici con i prodotti della terra pontina e i piatti tradizionali e intrattenimento per tutta la durata della sagra.
In chiusura della manifestazione ci sarà il tradizionale “incendio al Castello” rito liberatorio che conclude i festeggiamenti e simboleggia il ritorno alle attività quotidiane con meno pensieri e ricordi spensierati.