Novecento: a Satricum va in scena il celebre testo di Baricco
“Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio.”
Alessandro Baricco
Il titolo del monologo – Novecento - è un invito a soddisfare l’attuale e stringente bisogno di approfondimento dello studio del secolo scorso.
Baricco ne ha dato un contributo interessantissimo con questo testo teatrale.
In questi ultimi anni la discussione sui migranti si è allargata a macchia d’olio in tutta Europa, in primis nel nostro Paese, qualche volta con punte insopportabili di inumanità. Il fatto che Novecento, “il più grande pianista che abbia mai suonato sull’oceano”, nasca probabilmente da madre italiana su un piroscafo, evidenzia un aspetto quasi sconosciuto della vita e del destino di milioni di nostri antenati migranti e ricorda casi identici tra quelli che in questi anni raggiungono (ma qualche volta no) il nostro Paese.
Il monologo, alla base del film “La leggenda del pianista sull’oceano”, ha avuto un successo nazionale, a partire dagli anni Novanta, grazie al regista Gabriele Vacis e all’attore Eugenio Allegri, per i quali Baricco lo ha scritto. Al Teatro Eliseo, a Roma, saranno proprio loro a chiudere l’attuale stagione invernale, nel 2019. Molti altri attori lo hanno poi portato in scena, tra i quali Arnoldo Foà, che ne fece l’ultimo suo cavallo di battaglia.
Ciò che caratterizza fortemente questo testo è la sua universalità. Parla ad ognuno di noi, intercettando paure ed aspirazioni. La paura di lasciare ciò che è sicuro, di fare quel salto che potrebbe aprire nuovi orizzonti ma che non garantisce nessuna certezza, il timore dell’altro perché sconosciuto o diverso.
La parte finale del monologo, nella quale Novecento spiega le motivazioni che lo spingono a non scendere dalla nave e a saltare in aria con essa, è carica di suggestive riflessioni antropologiche su ciò che abbiamo realizzato nel nostro tempo e le sue implicazioni sulla struttura stessa del nostro modo di vivere, del nostro essere comunità oggi (“…anche qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta…”) e urbanistiche (…Tutta quella città: non se ne vedeva la fine. La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? E il rumore...).
Lo spettacolo portato in scena dal Duo Cantarano – Scognamiglio è caratterizzato da un’interpretazione fedele ed intensa del testo, arricchito da brani musicali sapientemente interpretati al pianoforte. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento tornerà a vivere e ad incantare i suoi spettatori nella splendida scenografia naturale del Tempio della Mater Matuta di Satricum a Le Ferriere.
L'appuntamento
È dunque per domenica 28 luglio presso il Tempio della Mater Matuta di Satricum a Le Ferriere a partire dalle 21.00