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L'azienda agricola Gelasio Caetani e il parco di Pantanello agli Stati generali della Green Economy

Le due esperienze protagoniste a Rimini nell'ambito di Ecomondo – The Green Technology Expo, raccontate dal vicepresidente della Fondazione Massimo Amodio

La bellezza del Parco di Pantanello e la nuova esperienza dell'azienda agricola Gelasio Caetani protagoniste degli stati generali della Green Economy che si stanno tenendo in questi giorni a Rimini nell'ambito di Ecomondo – The Green Technology Expo. All'iniziativa promossa dal Consiglio nazionale della Green Economy, di cui fanno parte 66 organizzazioni di imprese in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente, sono presenti anche il ministro Sergio Costa, il vice ministro dell'economia Antonio Misiani e Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Il vice presidente della Fondazione Roffredo Caetani, il geologo Massimo Amodio, ha portato l'esperienza del Parco di Pantanello e la nuova iniziativa legata all'azienda agricola Gelasio Caetani in una sessione tematica di approfondimento sul tema “Il green new deal per il territorio: il ruolo delle imprese per valorizzare l'agricoltura e il capitale naturale”. 

Amodio ha parlato del Parco di Pantanello dove è stato trasformato in capitale naturale la quasi totalità di una delle aziende agricole della famiglia Caetani. "E' stata una esperienza certamente 'estrema' sul piano ambientale - ha spiegato - perché quello spazio di quasi cento ettari oggi completamente rinaturalizzato e che ospita centinaia di specie di piante e animali con un ecosistema straordinario, ha di fatto rappresentato anche un'area cuscinetto di protezione per il Giardino di Ninfa. Proprio grazie a Pantanello e al suo ecosistema, il Giardino di Ninfa è riuscito a superare anche momenti di difficoltà legati ai vari cambiamenti climatici di questi anni e la biodiversità creata nel Parco di Pantanello ha offerto un enorme sostegno a questo progetto”.

Completamente nuovo, invece, il progetto che riguarda l'azienda agricola Gelasio Caetani, dove la Fondazione è partner nell'ambito di un progetto, il Life Greenchange, che ha ottenuto un consistente finanziamento europeo e che tende a dimostrare che si può aumentare la biodiversità all'interno delle aziende agricole non a discapito della produzione. “In questo caso - prosegue ancora Amodio - parliamo di trecento ettari, dove si realizza una agricoltura estensiva per lo più fatta di grani antichi e cereali. Abbiamo rinunciato ad una parte della superficie di questa azienda agricola, circa sei ettari, e l'abbiamo riconvertita in diverse aree naturali: un'area umida dove nidificano uccelli di diverse specie, abbiamo rinaturalizzato la sponda di un fosso del Consorzio di Bonifica che attraversava l'azienda e stiamo piantando una nuova area, sempre nell'ambito dei 6 ettari, con una vera e propria foresta naturalizzando persino le scoline. Tutti interventi che aumentano i livelli di biodiversità e che sono a servizio della stessa produzione agricola dell'azienda grazie proprio alla naturalizzazione”.

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