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Aggressioni in ospedale, tre casi in un mese: Calandrini si rivolge al Ministro della Salute

L’intervento del senatore di Fratelli d’Italia dopo l’ultimo episodio registrato al Goretti di Latina

Interviene anche il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini dopo l’ultima aggressione ad un’infermiera dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Quanto accaduto, commenta il senatore e coordinatore provinciale di FdI Latina, “dimostra quanto questo triste fenomeno delle violenze ai danni del personale ospedaliero stia assumendo contorni sempre più preoccupanti. Si tratta del terzo caso in poco più di un mese. Le istituzioni non possono stare a guardare. È arrivato il momento di intervenire.

Solleciterò una risposta al ministro della Salute alla quale era destinata l’ultima interrogazione che avevo depositato in Senato lo scorso 20 giugno proprio per portarla a conoscenza del fenomeno e per sapere come il Ministero intendesse farvi fronte”.

“Ho già avuto modo di confrontarmi con medici ed infermieri della provincia di Latina - prosegue Calandrini -, i quali mi hanno riportato l’esigenza di vedere garantita la loro sicurezza. Servono misure urgenti, a partire da soluzioni per limitare il sovraffollamento degli ospedali, oltre ad un presidio costante delle forze dell’ordine. Non possiamo più permettere forme di violenza ai danni di chi con passione e dedizione si adopera per la cura dei malati. Ne va del benessere e della salute di tutti”.

Sul caso è intervenuto anche il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Simeone. “Non siamo più in presenza di un semplice campanello d’allarme ma di un’emergenza che va affrontata subito. Oggi non domani. In tal senso va colta l’importanza dell’istituzione dell’Osservatorio sulla sicurezza degli operatori sanitari” ha detto il presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare.

“La Regione Lazio meno di un anno fa ha istituito questo organismo di cui mi onoro di far parte. Ho presentato due proposte che hanno come finalità, quella di contribuire a trovare soluzioni non tampone ma sistematiche per il bene della sanità, degli utenti e degli operatori stessi: 1) il miglioramento della fase dell’accoglienza nei Pronto Soccorso, 2) la presenza o l’implementazione della vigilanza nelle strutture ospedaliere, per dare adeguate garanzie di sicurezza agli operatori. Su questi due punti solleciterò un confronto urgente.

Niente e nessuna motivazione può giustificare la violenza nei confronti dei medici e degli altri operatori. Certo, dobbiamo tenere conto dei problemi cronici della nostra sanità. In particolare sale d’aspetto affollate e allungamento dei tempi di visita nelle aree di emergenza, liste d’attesa, ritardo dell’arrivo dei mezzi di soccorso, richiesta di prestazioni non adeguate, carenza di posti letto. Ma tutte queste criticità non possono essere pagate da coloro che lavorano per risolvere i problemi di un sistema di cui sono altrettanto vittime”.

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