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Regione, approvata la nuova legge elettorale. Via il listino e sì alla parità di genere

Sono alcune delle novità introdotte con la legge che prevede anche il divieto di terzo mandato per il presidente e la rappresentatività territoriale con almeno un eletto per ogni provincia. L'ok unanime dell'Aula arrivato nella notte

E’ stata approvata la nuova legge elettorale regionale. E’ arrivato nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27 ottobre l’ok unanime del Consiglio regionale (44 voti a favore su 44 votanti) alla proposta n. 372 di riforma della legge elettorale del Lazio.

Tante le novità introdotte, tra cui l’abolizione del listino e l’introduzione della parità di genere; garantita la rappresentatività territoriale con almeno un consigliere regionale per ogni provincia. Istituito anche il divieto del terzo mandato consecutivo per il presidente della Regione, mentre sono previste elezioni entro tre mesi in caso di scioglimento anticipato del Consiglio. Ampliati i casi di esenzione dall’obbligo di raccogliere le firme per la presentazione delle liste elettorali, e sancita l’ineleggibilità dei sindaci dei comuni con più di 20 mila abitanti. 

L’abolizione del listino

Tutta e 50 i membri del Consiglio regionale saranno eletti dai cittadini. La principale novità è infatti la cancellazione dalla legge della lista di 10 consiglieri collegati al presidente vincitore che entravano alla Pisana senza aver bisogno di preferenze. L’80 per cento dei seggi continuerà a essere assegnato con metodo proporzionale, il restante 20 per cento sarà attribuito, come premio, direttamente alle liste circoscrizionali che sostengono il presidente e non più, come accaduto fino a oggi, attraverso il “listino”. 

Cinque le circoscrizioni

Sono cinque le circoscrizioni regionali (Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo e Città metropolitana di Roma), che vedranno assegnarsi i seggi in proporzione alla popolazione risultata residente all’ultimo censimento generale. Fissati i limiti per il numero dei candidati per ciascuna lista nelle circoscrizioni: da 22 a 32 nella Città metropolitana di Roma Capitale, da 4 a 6 a Latina e Frosinone, da 2 a 4 a Viterbo e 2 a Rieti. Un emendamento del centrosinistra ha poi aggiunto ai “non eleggibili”, oltre ai presidenti delle Province della regione, anche il sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale e, novità, i sindaci dei comuni aventi una popolazione superiore ai 20mila abitanti (prima erano ineleggibili solo quelli dei comuni capoluogo). Una scelta contestata da Francesco Storace (Mns): “Così scateniamo il partito dei sindaci contro la Regione”.

La preferenza di genere

Altra novità, l’introduzione della doppia preferenza di genere, in ottemperanza alla legge nazionale: ogni elettore potrà esprimere fino a due preferenze purché a candidati di sesso diverso. Introdotto contestualmente il limite del 50 per cento ai candidati dello stesso sesso nelle liste circoscrizionali.

Gli interventi dei consiglieri regionali pontini 

Zingaretti: “Una legge più moderna. Più potere ai cittadini”

“Dopo quasi venti anni il Lazio ha una nuova legge elettorale approvata all'unanimità perché le regole le scriviamo insieme ha dichiarato con una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti -. Ringrazio il Consiglio regionale per aver realizzato tutti insieme questo storico risultato. Una legge più moderna e che dà più potere alle scelte dei cittadini, con zero nominati perché abolisce il vecchio listino. Più democratica perché aumenta gli spazi di parola e di partecipazione alle persone. Una legge con la doppia preferenza di genere, per avere finalmente più donne nel prossimo Consiglio. Oggi il Lazio vince un’altra sfida nel segno del cambiamento e dell’innovazione. Continuiamo così”.

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