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La sospensione, le dimissioni e la caduta di Coletta: il racconto del Consiglio comunale (anche per immagini)

Il lungo pomeriggio in cui a Latina è stata scritta la parola fine all’Amministrazione targata Lbc

In poco più di un’ora è stata scritta la parola fine all’Amministrazione guidata da Damiano Coletta confermato sindaco di Latina dopo le elezioni del 4 settembre nelle 22 sezioni in cui si è votato per effetto della sentenza del Tar dell’8 luglio poi confermata anche dal Consiglio di Stato. La parola fine scritta con una firma dei 19 consiglieri della coalizione di centrodestra e di Annalisa Muzio di Fare Latina che nel tardo pomeriggio di ieri, e pochissimi minuti dopo la convalida degli eletti nel corso del primo Consiglio comunale dopo il voto del 4 settembre, si sono recati dal notaio per rassegnare le proprie dimissioni. 

La nota del centrodestra e la diretta di Coletta 

Ma questo è solo l’epilogo di un lungo pomeriggio che era iniziato intorno alle 14 con la nota del centrodestra che confermava la propria decisione di sfiduciare il sindaco a cui ha replicato proprio Coletta che mezz’ora prima dell’inizio del Consiglio ha voluto parlare alla città in una diretta Facebook senza annunciare le proprie dimissioni come alcuni si aspettavano. Nessuna sorpresa alla vigila, dunque. 

Alle 18 il Consiglio comunale 

Alle 18 tutti in Comune, nell’Aula consiliare in cui di lì a poco verrà scritto il destino dell’Amministrazione. Tante le persone presenti che decidono di seguire da vicino i lavori. Da quello che trapela la coalizione del centrodestra ha deciso di abbandonare l’Aula subito dopo il primo punto, la convalida degli eletti, senza permettere al sindaco di prestare giuramento. Si inizia con un po' di ritardo; gli esponenti della coalizione di Coletta sono già nella sala consiliare; sorridono, ma il loro sorriso è amaro. Tutti sostengono la decisione del primo cittadino di non dimettersi: “Ci mettiamo la faccia fino all’ultimo a differenza di loro” dicono. Poi entra il sindaco, accolto da tanti applausi e qualche fischio. Lui ringrazia tutti, la sua faccia è tesa; le speranze di un colpo di scena sono davvero poche anche se il ritardo nell’ingresso della coalizione che alle elezioni aveva sostenuto Zaccheo inizia a far sorgere qualche dubbio. Trapela che forse qualche consigliere si sia tirato indietro, che manchino i numeri. E invece nulla di tutto ciò. Era di 17 il numero di consiglieri necessari per far cadere l’Amministrazione, alla fine a firmare andranno in 20. 

La sospensione e le dimissioni 

Si inizia intorno alle 18.40. Tutto procede con la votazione della convalida degli eletti. Poi la richiesta da parte del centrodestra per voce della consigliera Celentano di una sospensione di 10 minuti che viene approvata. Nessuno immagina che in realtà non si tratterà di una sospensione, perché in Aula i consiglieri dimissionari non torneranno più. “Uno spettacolo indegno e offensivo” ha detto Coletta - così come dello stesso tenore sono stati commenti della sua coalizione, dal Pd a Lbc -, di un “gesto violento e da branco” ha rincarato l’ormai ex sindaco. La decisione assunta dal centrodestra di dimettersi segnando l’epilogo di una consiliatura difficile sin dall’inizio è più che legittima ma forse questo epilogo poteva essere scritto in modo diverso. In fin dei conti è del futuro della città che si sta parlando. 

Consiglio comunale: dimissioni in blocco, decaduto il sindaco Coletta

Dopo la richiesta di sospensione tutto viene deciso fuori dal palazzo comunale. Una nuova breve riunione dei consiglieri di centrodestra guidati da un Vincenzo Zaccheo compiaciuto, poi tutti in fila sorridenti uno dietro l’altro verso lo studio del notaio per le firme. Il centrodestra è compatto, ci sono tutti, fermi sulla loro posizione. Nessuna crepa all’interno della coalizione. Poi la sorpresa. Varca la soglia del portone del notaio anche Annalisa Muzio. Nessun sorriso invece sul suo viso che appare teso mentre termina gli ultimi metri che la separano da quella firma che contribuirà a chiudere la seconda consiliatura di Coletta. Lei prima del voto del 4 settembre era entrata a far parte della maggioranza programmatica che il sindaco aveva costruito per provare a governare, non senza difficoltà, la città. E il suo è il nome che non ti aspetti tra i quelli dei dimissionari. Eppure è così. Cercando di sfuggire agli obiettivi dei fotografi sale dal notaio e insieme ai consiglieri del centrodestra scenderà intorno alle 19.20. 

La caduta di Coletta 

E’ in questo momento che si segna la fine dell’Amministrazione e si consegna la città di nuovo nelle mani del commissario. Sui visi degli esponenti del centrodestra restano gli stessi sorrisi. “Abbiamo firmato” dice qualcuno uscendo dal portone. Zaccheo si ferma a parlare con la stampa, ribadisce le sue convinzioni, le ragioni che hanno portato tutta la coalizione alle dimissioni. Ragioni che però non sono state spiegate in Aula facendo mancare il confronto e usando, consapevolmente, lo strumento della sospensione per lasciare l'aula. Forse in questo gioco delle parti proprio la città meritava più considerazione e le Istituzioni un maggiore rispetto. Poco dopo le dimissioni vengono ratificate, si chiude anche il Consiglio in una sala consiliare ormai vuota. Mancano i consiglieri del centrodestra che insieme ad Annalisa Muzio non sono mai tornati. 

Il futuro con il commissario 

Il resto della storia ora è tutto da scrivere; le elezioni si terranno con ogni probabilità nella prossima primavera; a breve il prefetto nominerà il commissario che fino a quel momento guiderà la città, per la quarta volta negli ultimi anni.

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