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Politica

Regione, Zingaretti in Consiglio: “Dieci punti da condividere con l’opposizione”

In aula il discorso del neo governatore del Lazio. Lombardi: “Siamo pronti a lavorare su temi concreti". Centrodestra frena, Parisi: “Senza discontinuità un governo difficile”

Dal bilancio alla sanità, dal piano rifiuti a quello per il turismo: sono alcuni dei 10 punti programmatici su cui trovare la quadra, le 10 “missioni prioritarie da affrontare subito” illustrate ieri dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, nel suo discorso di insediamento alla Pisana. Dieci punti da condividere con le forze politiche di opposizione a cui Zingaretti ha rivolto il suo invito alla convergenza su un'agenda condivisa, a uno "sforzo comune" in nome della stabilità, alla "concretezza e velocità nel raggiungere gli obiettivi". 

“Ora si apre una nuova fase, un nuovo ciclo impegnativo e complicato, ma anche di grandissime potenzialità. A me spetta da oggi il compito di ridare a questa Aula un metodo e una possibile agenda condivisa” ha detto il presidente della Regione. “Per la prima volta nessun gruppo è legato a una maggioranza predefinita - ha detto il governatore del Lazio  -. Non esiste una maggioranza. Sarebbe stupido negarlo o non prenderne atto. Questo scenario rappresenta un fattore di difficoltà per l'esecutivo ma anche una grande sfida per me e per il Consiglio. Quello che è stato sancito dalle urne ci spinge infatti a ricercare una strada diversa, impegnativa e faticosa, ma potenzialmente molto proficua. Credo che dal dialogo tra le forze politiche possa generarsi una fase estremamente feconda per il Lazio".

I 10 punti programmatici

Eccole le dieci missioni prioritarie, “un’agenda possibilmente da affrontare nelle commissioni”: l'approvazione del bilancio regionale, quella del piano sociale e del piano territoriale paesaggistico del Lazio, il Testo unico del commercio, il piano dei rifiuti, il riordino del sistema delle autonomie, la legge sul diritto alla conoscenza e la riforma di Laziodisu, il piano triennale del turismo 2018-2020, la realizzazione degli investimenti finanziari per le infrastrutture delle opere pubbliche e, dulcis in fundo, la sanità. “

Le opposizioni

"Siamo pronti a lavorare su temi concreti con lei" ha dichiarato l'ex candidata del M5S Roberta Lombardi, che precisa: "La nostra posizione comunque è quella dell'opposizione". Guai a parlare di trattative - scrive RomaToday -, il termine non piace a nessuno anche se nei fatti sembra l'unica strada possibile per tenere in piedi un governo senza maggioranza. E i grillini sembrano i primi disponibili a un cammino a fianco del centrosinistra. Decisamente meno accomodanti i toni a destra. 

"O si capisce la parola discontinuità o sarà molto difficile governare questa Regione con stabilità in Consiglio" ha dichiarato Stefano Parisi, ex candidato presidente della coalizione di centrodestra. "Innanzitutto deve esserci piena trasparenza su ciò che viene fatto in giunta. Non si possono percorrere due strade parallele". I dieci punti poi non hanno convinto nessuno. Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi è tassativo: "Non trovo quello che vogliamo fare sulla sanità, nelle aree marginali, non trovo le aree defiscalizzate, la messa in sicurezza dei territori" . Idem per il forzista Adriano Palozzi, neoeletto vicepresidente dell'Aula: "Zingaretti non ha detto niente, intervenire sulla sanità, sì, ma come? Sui rifiuti, sì, ma come?".

E allora torna fuori l'arma della sfiducia, che però non mette d'accordo tutto il centrodestra. A sottoscriverla, al momento, c'è solo Fratelli d'Italia, che ha protocollato e depositato una mozione semplice. Un atto di indirizzo - scrive ancora RomaToday -, che per essere discusso in aula entro 20 giorni dalla presentazione (come regolamento vorrebbe per la mozione di sfiducia) dovrebbe avere 10 firme, un quinto dei componenti del Consiglio. Al momento ne ha tre. Potrebbero salire a sette, forse otto con i consiglieri della Lega e Sergio Pirozzi, ma gli azzurri sono decisamente meno per la quale. "Valuteremo insieme a tutti i partiti di centrodestra se e quando sottoscriverla" ha commentato il forzista Palozzi. Ma è già emerso nei giorni scorsi che l'opzione sfiducia è tutto fuorché imminente. Se poi il governo dovesse impantanarsi in un pericoloso gioco di veti e contro veti, lo stesso governatore assicura: "Sarò io stesso a farmi garante di promuovere lo scioglimento del Consiglio e l'indizione di nuove elezioni. Non possiamo tenere in vita un'Aula solo per dibattere e parlare". Ma si mostra ottimista: "Possiamo fare di più". 

Si torna in Aula mercoledì prossimo, 18 aprile. 

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