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Rifiuti, fronte unico contro la riapertura della discarica di Borgo Montello: gli interventi

Consiglio comunale unanime nel ribadire il “no” alla riapertura del sito. Torna con prepotenza anche l’importanza del tema della chiusura del ciclo dei rifiuti nella nostra provincia

Fronte unico della politica contro la riapertura anche solo parziale e temporanea della discarica di Borgo Montello. Questo l’esito del Consiglio comunale monotematico che si è svolto ieri a Latina, su richiesta del sindaco Damiano Coletta, per discutere proprio dell’ipotesi della riapertura del sito. Una delibera che ribadisce un no unanime alla riapertura è stata approvata al termine della seduta alla quale sono stati invitati consiglieri regionali, parlamentari ed eurodeputati eletti sul territorio, oltre che il Presidente della Provincia Carlo Medici e i comitati cittadini.

“Sono soddisfatto - ha dichiarato il sindaco Coletta -. È nostro dovere dire no alla riapertura della discarica, sia per motivi di salute e di sicurezza dei cittadini, sia perché Borgo Montello e Latina hanno già pagato un prezzo troppo alto in passato”.

Coletta: "Nessuno pensi di riaprire la discarica"

Gli interventi

“La discarica di Borgo Montello non va assolutamente riaperta” ribadisce con forza il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini. “Per evitare che ciò accada tuttavia servono dei paletti ben precisi che passano per l’approvazione di atti amministrativi da parte del Consiglio comunale. Questo voto potrebbe non bastare. Ho voluto ricordare al sindaco Coletta che esisteva una variante urbanistica elaborata dalla precedente Amministrazione comunale che avrebbe di fatto impedito ulteriori ampliamenti del sito di Borgo Montello e che prevedeva compensazioni per i residenti di via Monfalcone. Quella variante era stata già analizzata dalla Regione Lazio che aveva proposto integrazioni recepite dalla precedente Amministrazioni. La delibera definitiva, seppure pronta, tuttavia non è mai stata approvata. È poi necessario un parere sottoscritto dal sindaco e dal dirigente dedicato che indichi espressa contrarietà alla riapertura della discarica, per motivi sanitari, richiamando documenti e dati oggettivi”. “È inoltre fondamentale e non più rinviabile - prosegue Calandrini - che la provincia di Latina costituisca un ambito territoriale con impianti a gestione pubblica necessari alla chiusura del ciclo dei rifiuti al suo interno. In questo senso sarà necessario avere un impianto di compostaggio e un sito di stoccaggio di secco residuo che non è una discarica, ora vietate per legge. In conclusione, mi preme sottolineare il fatto che Latina come capoluogo ha un compito importante che è quello di migliorare la sua percentuale di raccolta differenziata, che attualmente non arriva neppure al 30%. La scelta dell’azienda speciale da parte di LBC ha comportato notevoli ritardi in questo senso. Mi auguro che nei prossimi mesi anche il capoluogo possa mettersi al passo e ridurre la percentuale di rifiuti indifferenziati, che sono quelli che poi finiscono nella discarica”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere regionale e comunale del Pd Enrico Forte. “ In merito alla questione della riapertura della discarica di borgo Montello è secco il nostro no. Resta però da affrontare il tema più generale della chiusura del ciclo dei rifiuti nella nostra provincia per cui è necessario che, al di là delle dichiarazioni, ognuno di noi si attivi ed agisca concretamente per quanto nelle proprie competenze e funzioni per una soluzione. Non si può aspettare altro tempo”. 

“Per circa 50 anni è stata la ‘pattumiera’ della provincia di Latina, adesso bisogna dire basta. Per Borgo Montello è giusto fare fronte comune ed esprimere a chiare lettere un ‘No’ chiaro all’ampliamento della discarica. Sul piano politico certamente, ma anche e soprattutto sotto il profilo tecnico, dal momento che incombe la conferenza dei servizi” ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale Giuseppe Simeone -. A tal riguardo invito il sindaco Coletta ed il presidente Medici a presentare un documento tecnico proprio in sede di conferenza dei servizi con il relativo parere contrario all’istanza di aumento di volumetrie per il sito di Borgo Montello. Il tema dei rifiuti però necessità di una riflessione più articolata. Ritengo innanzitutto doveroso uscire finalmente dalla fase emergenziale passando a quella ordinaria. I numeri possono aiutarci a capire le reali dimensioni del problema. Da sempre mi ispiro al principio guida dell’autosufficienza che impone di chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio che li produce. In termini pratici ogni provincia deve determinare l’impiantistica necessaria a soddisfare il proprio fabbisogno senza scaricare su altri le proprie incapacità e irresponsabilità. Detto ciò, a mio avviso ci sono due priorità da conseguire. Una sul terreno della raccolta differenziata. La provincia di Latina produce 283.000 tonnellate di rifiuti annui e di queste solo il 45% riguardano la differenziata. Purtroppo è proprio il Comune capoluogo che si trova in forte ritardo con il 24% nella raccolta. Auspico quindi un potenziamento di questo servizio fondamentale per rimettere Latina in linea con i numeri importanti fatti registrare da altri centri della provincia. Ancor più urgente - prosegue Simeone - diventa l’indicazione dell’impianto che dovrà trattare i rifiuti organici. Si tratta di una scelta non più rinviabile, perché è evidente che vi è un deficit strutturale in questo territorio. Si deve dunque procedere all’indicazione dell’impianto per il trattamento di almeno 50-60.000 tonnellate di rifiuti organici. Come pure urge una discarica di servizio che dovrà ospitare il materiale già depurato dopo il trattamento meccanico biologico. Non dimentichiamoci inoltre, che solo con la chiusura del ciclo nel proprio ambito, la provincia di Latina potrà pretendere che nelle altre realtà del Lazio si faccia altrettanto”.

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