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Elezioni comunali a Formia, La Mura sulla frattura con i Centristi: “Una vergogna alle mie spalle”

Dure le parole dell’ex candidato sindaco nei confronti dei suoi ex compagni di partito. Ora l’ipotesi di confluire con un suo uomo nel progetto di Gianfranco Conte, più fredda quella della corsa in solitaria

“Una vergogna perpetrata alle mie spalle”: si dice deluso Amato La Mura, consigliere comunale uscente dei Centristi per Formia ed ex assessore Udc durante l’ultima Amministrazione di Michele Forte, la cui candidatura a sindaco per le comunali di Formia, per una colazione di centrodestra, fino ad una settimana fa sembrava cosa certa. Toni ancora duri quelli di La Mura che se non conferma né smentisce una sua eventuale corsa in solitaria alle prossime elezioni, sembra più orientatoa sostentere un "suo uomo" l’elezione in Consiglio di un suo uomo, sul cui nome però non si sbilancia, avvicinandosi al progetto di Gianfranco Conte. 

E se nelle ultime ore i Centristi e Forza Italia sembrano aver fatto quadrato intorno al nome di Pasquale Cardillo Cupo come prossimo candidato della coalizione, l’ex assessore Udc non nasconde la delusione e non risparmia parole dure nei confronti dei suoi ex compagni di partito.

Per ricostruire quanto avvenuto nelle ultime settimane, La Mura fa un primo riferimento alle elezioni del 2008 quando, pronto per la candidatura a sindaco, ha fatto un passo indietro dopo la richiesta di Michele Forte, poi eletto primo cittadino. “In questi cinque anni poi sono stato uno dei più ‘agguerriti’ oppositori del’Amministrazione, e in virtù anche di quanto fatto fino ad oggi, soprattutto nell’ultimo anno - ha spiegato l’ex assessore - ho iniziato a costruire una candidatura a sindaco che fosse importante ed adeguata”. Un’importante momento di passaggio è rappresentato dalle elezioni regionali con la candidatura di Antonio Di Rocco per la lista Pirozzi. “L’accordo interno - dichiara La Mura - era che tutti insieme avremmo fatto una forte campagna elettorale per Di Rocco - che ha sfiorato l’ingresso in Consiglio regionale - e che tutto il partito dopo avrebbe dovuto appoggiare la mia candidatura a sindaco facendo capire agli elettori che questa operazione serviva a creare una continuità fra Comune e Regione”. 

Archiviato il voto del 4 marzo, ricostruisce La Mura, inizia il dialogo, un “tavolo per fare un gruppo di centrodestra compatto per vincere al primo turno”, con l’obiettivo di trovare il candidato per le comunali; c’è quindi un “primo approccio tra Aldo Forte e Forza Italia e le liste centriste: a questo punto - prosegue il consigliere comunale uscente - si arriva ad un accordo di massima con FI che dichiara di non aver nessun nome da proporre e che avrebbe condiviso il candidato che sarebbe stato avanzato proprio dai Centristi”. Dopo vari incontri “i nomi che vengono avanzati per la candidatura a sindaco sono il mio e quelli Eleonora Zangrillo e Mario Tagliatatela, con la rinuncia poi degli altri due. Mio nome - va avanti ancora l’ex assessore - sul quale poi, anche dopo accese discussioni, converge tutto il partito. Il passo successivo sarebbe dovuto essere quello della sottoscrizione di un documento ma qualcosa traballa con una riunione che viene fatta saltare dopo alcune perplessità espresse da Cardillo Cupo e Maurizio Costa, mentre da dentro il mio partito mi viene detto che Forza Italia non avrebbe sostenuto il mio nome. Alla fine riesco a far sottoscrivere un documento da tutti i partiti della mia colazione con le 4 liste centriste che ufficialmente mi candidano a sindaco. Documento che poi viene firmato anche da Forza Italia”.

Le cose cambiano definitivamente dopo la “sottoscrizione, a mia insaputa, di un altro documento - spiega La Mura -, che poi arriva alla stampa, da parte dei Centristi con 5 punti inderogabili che il mio partito vuole sostenere” tra i cui punti compare anche la richiesta di liste pulite, in cui non ci fossero persone condannate; un documento “che crea - spiega La Mura - inevitabilmente una forte frizione con Forza Italia. Così ho capito che l’azione alle mie spalle andava avanti da tempo con accordi trasversali per farmi fuori. Hanno sottoscritto quel documento con la consapevolezza che FI non lo avrebbe firmato mai” portando, anche alla spaccatura della coalizione. 

“Dopo una discussione con Aldo Forte ho deciso a questo punto di farmi da parte e di uscire dal partito. Questo è un assassinio politico - continua duramente La Mura -; una vergogna perpetrata alle mie spalle dopo 40 anni di politica e dopo essere stato l’unico, insieme a pochi altri, a rimanere sempre dalla stessa parte senza aver mai avuto un tentennamento. Non ho sopportato tutto questo e sono andato via, anche perché al di là della politica parliamo di rapporti personali”.

Cosa fare oggi? Le opzioni sembrano essere due: “Non sono certo di riuscire a portare avanti una mia candidatura in solitaria, al momento non ho la forza - ammette - e significherebbe spaccare ancora di più un centrodestra già dilaniato. Cercherò più probabilmente di convogliare i miei voti su un candidato mio che darà una mano a Gianfranco Conte. E se questo sarà un motivo per rientrare in politica ben venga, altrimenti resterò per qualche anno a guardare”.

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