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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Elezioni regionali, il candidato civico può salvare il campo largo. E D'Amato è sempre più isolato

I vertici del Pd escono allo scoperto dopo una riunione al Nazareno: via tutti i nomi politici dal tavolo. L'assessore alla sanità non ha l'appoggio interno e paga l'endorsement di Calenda oltre alle bordate contro i 5S

Il Pd ha messo ordine tra le voci e i retroscena ed è uscito allo scoperto: per non perdere anche la battaglia delle regionali nel Lazio ha bisogno di accordarsi con il M5S e per riuscirci è disposto a trovare un candidato civico, che piaccia anche a Giuseppe Conte. Lo hanno deciso il segretario nazionale Enrico Letta, il governatore uscente Nicola Zingaretti, il responsabile organizzazione Francesco Boccia e il segretario del Lazio Bruno Astorre. Via tutti i nomi di candidati ufficiali e ufficiosi. 

La scelta del candidato civico per evitare un fallimento certo

Dopo settimane di lavoro fatto dai coordinatori territoriali per chiudere la partita con i Cinquestelle e con il Terzo Polo, mettendo sul piatto il nome dell'attuale vicepresidente della Regione Daniele Leodori, dal Nazareno hanno deciso di sparecchiare tutto e ripartire da zero. Lo spiffero gelido del fallimento, dovuto dai tentennamenti di Conte e dalle pressioni interne al Pd, stava diventando una burrasca. Così dal nazionale hanno deciso di fare un passo indietro. 

Da Leodori a D'Amato a Gasbarra: si fanno tutti da parte

Niente primarie del centrosinistra - ma questo era già abbastanza scontato - e via tutti i nomi già palesati. Daniele Leodori, Alessio D'Amato e un più in ombra Enrico Gasbarra si spostano da un lato e negli auspici dei veritici dem fanno spazio a un nome civico, super partes. Uno alla Andrea Riccardi, l'ex ministro di Sant'Egidio, ma non specificatamente lui. Ha rifiutato, a quanto sembra.

L'assessore alla Sanità non ha l'appoggio interno e paga l'endorsement di Calenda

Sull'assessore alla sanità uscente c'è da fare un discorso a parte. Il suo slancio verso la candidatura, seppur inizialmente apprezzato, si è trasformato in uno sgomitare che non viene tollerato. Uno dei più infastiditi è Francesco Boccia, che da settimane tiene i rapporti con Giuseppe Conte e non gradisce leggere sui giornali che venga messa in dubbio l'opportunità di allearsi con i Cinquestelle. Lo stesso Leodori recentemente aveva richiamato tutti a mettere da parte i personalismi. Non piace nemmeno che D'Amato sia il candidato ideale di Carlo Calenda. Il leader di Azione proprio oggi, venerdì 4 novembre, è stato molto freddo con la stampa sull'eventualità di un accordo che includa il movimento di Conte. Tra l'altro la base territoriale e i partiti a sinistra del Pd (Si, Verdi, Articolo 1-Mdp) non gradirebbero l'assessore. 

Zingaretti si dimette il 10 novembre

Nel frattempo in consiglio regionale l'approvazione del collegato al bilancio non arriva. Nella seduta del 3 novembre sono state protagoniste le schermaglie tra maggioranza e opposizione, la discussione è stata rimandata a lunedì 7 novembre. Bene informati assicurano che l'8 verrà approvato il documento finanziario e il 10 novembre Nicola Zingaretti si dimetterà, facendo partire il countdown per le elezioni che, a questo punto, dovrebbero essere quasi sicuramente il 12 febbraio 2023. 

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